Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sony PlayStation
Rage Racer
Sony | Namco | Motomi Katayama | Yasuhito Nagaoka | Kenji Saito | Masatoshi Kobayashi
19 09 2020
Come una Lamborghini Diablo ingrifatissima che sorpassa una Citroën Saxo con palesi problemi di pompa di benzina, 'here came the light': Rage Racer (Namco, 1996 in Giappone e 1997 in Occidente, solo su PlayStation). E i giochi all'improvviso erano fatti. La musica era finita (gli amici se ne andavano...). Questo è un gioco che ha fatto molto male al Saturn Sega, che non aveva bisogno di ulteriori sciagure, ma ha fatto molto male anche all'allora quasi esordiente Nintendo 64. Ma in realtà in quel momento tutto viaggiava a chilometri di distanza da Rage Racer, quando si trattava di giochi di corse: i primi due episodi della serie Namco al confronto facevano la figura dei burini, Formula 1 sembrava opera di dilettanti, Daytona CCE usciva distrutto dal confronto, lo stesso Wipeout 2097 rivelava rughe insospettabili. Un classico istantaneo si riconosce subito e tale è stato Rage Racer per tanti motivi (tutti): grafica, sonoro, giocabilità, presentazione e longevità.
La grafica è da brivido per i tempi: anche osservando con attenzione, non si riesce a rilevare il benché minimo pop-up, con una definizione, fluidità e velocità impressionanti. Assolutamente esemplare, poi, l'attenzione ai dettagli, addirittura in alcuni casi sovrabbondante e non rilevabile in pieno, se non con passaggi a bassa velocità. Le auto sono perfettamente animate e hanno finalmente un aspetto verosimile, grazie al gran numero di poligoni. Il sonoro è eccellente sia per gli effetti (da ricordare il rombo delle cascate e degli aerei a bassa quota) sia per quanto riguarda le musiche.
Rage Racer è poi decisamente più divertente e immediato dei due precedenti episodi. In una prima fase le auto godono di una salutare tenuta di strada e se si regola il grip dei pneumatici non si imbarcano nemmeno in fase di rilascio dell'acceleratore (come succedeva regolarmente nei vecchi Ridge Racer). Successivamente, man mano che le auto vengono elaborate mediante la funzione Tune-Up presente nel quadro opzioni, o più semplicemente via via che si rendono disponibili vetture più potenti, il comportamento delle auto si avvicina a quello delle progenitrici, pur risultando sempre meno nervoso. La flessibilità del codice alla base di Rage Racer si riscontra anche nel caso delle collisioni: una cosa è urtare un concorrente di lato a 7000 giri in piano, un'altra è sbattere frontalmente contro una roccia a 2000 giri in salita.
Le auto avversarie si comportano in modo giustamente diversificato: alcune fanno la loro corsa e basta, altre svolgono un ruolo di disturbo viaggiando a centro pista e ostacolando i sorpassi, altre ancora si muovono in modo più realistico, guadagnando e perdendo posizioni in continuazione e cercando di ostacolare la vostra auto (un po' come la mitica vettura gialla presente in Ridge Racer). La pianta delle piste, pur riprendendo lo schema classico di percorso progressivamente ampliato grazie a nuove varianti, risulta comunque ben studiata. Il quadro opzioni, pur non essendo così articolato come ci si poteva aspettare, concede modifiche sia fondamentali (cambio del grip dei pneumatici e ottimizzazione delle auto dietro pagamento) sia divertenti e basta (possibilità di cambiare il colore delle auto e presenza di un editor di adesivi).
Il gioco è organizzato in cinque classi, ciascuna delle quali si basa su tre o quattro circuiti: bisogna piazzarsi tra i primi tre arrivati in ogni pista per passare di classe e bisogna conseguentemente guadagnare abbastanza denaro per comprare auto più veloci o migliorare quelle che si hanno a disposizione. Se si tiene conto che dopo le prime cinque classi se ne rendono disponibili altrettante basate su circuiti percorribili in direzione opposta, e quindi quasi irriconoscibili, si può parlare anche di ottima longevità. Ennesima tacca sul fucile della PlayStation, Rage Racer ha dato insomma un colpo definitivo alla concorrenza, dal punto di vista commerciale e della credibilità. Forse è proprio da questo momento e forse è anche grazie a Namco e a questa sua creatura che PlayStation è improvvisamente diventato sinonimo di console.
[NO1]