Nintendo Super NES
Super Baseball 2020
Tradewest | Pallas | SNK
22 04 2020
La sola accoppiata di baseball e 2020 basterebbe a far scappare a gambe levate anche il più benintenzionato degli italici giocatori. Il baseball dalle nostre parti ha ancora oggi un seguito inferiore ai tornei regionali di bocce, a parte qualche sacca di resistenza come il basso Lazio e l'Emilia Romagna. Il 2020 si è rivelato fino a oggi uno degli anni bisestili più sfigati della storia della sfiga umana, non vi sto neanche a rammentare il perché. Allora: l'accoppiata fatale presente nel titolo di questo Super Baseball 2020 (lanciato nel 1993 e quindi a una distanza temporale tale da giustificare l'impostazione fantascientifica che poi vedremo) a cosa dovrebbe portare? A un videogioco improbabile, certamente diverso dalle decine di simulazioni ortodosse presenti su console, magari senza pubblico e con giocatori sottoposti ai canonici tamponi faringei di questa primavera 2020, ma comunque disgraziato per sua stessa natura?
La realtà, al di là di ogni illazione, è però che questa variante sul tema (nata come coin-op SNK con il nome nipponico di 2020 Super Baseball) si rivela abbastanza folle ma anche meno disperata di quanto si potrebbe pensare. Proprio la sua caratterizzazione ibrida la avvicina a quel capolavoro di semplicità che era stato Speedball, altro titolo imperniato su una versione futuribile degli sport di squadra. Ovviamente l'idea di ritrovarsi con dei giocatori cibernetici, come succede qui, potrebbe suonare come una castroneria, ma consente di inserire delle novità all'interno del solito gameplay simulativo. Il che spiega l'avversione nei suoi confronti dei fan più normali e il suo appeal nei confronti dei giocatori casuali.
Il tono è quindi quello tipico dei coin-op SNK, con grafica scintillante, grande velocità e accenti arcade. Il tutto è stato convertito da Neo Geo a Super Nintendo con una fedeltà sorprendente, se si mette in conto la differenza di potenza tra la console Nintendo e le macchine SNK da sala e casa (anche se alcune raffinatezze di contorno qui non possono non mancare). L'impostazione, come dicevamo, è decisamente arcade e quindi abbastanza distante dalla realtà già in partenza. A cominciare dalla struttura del diamante, con una Foul Zone limitata e aree specifiche come una Home Run Zone stretta e centrale, una Stop Zone che blocca le palle vaganti e una Jump Zone che consente salti impossibili. Per non parlare, ovviamente, della bizzarra presenza di droidi, tanto efficienti quanto soggetti a improvvisi guasti (tanto più che lungo il campo sono disseminate delle mine, letali per qualsiasi tipo di giocatore). Le squadre - composte da uomini, donne e appunto robot - sono organizzate in due leghe da sei team ciascuna (ma gli scontri diretti all'interno del Cyber Egg Stadium avvengono in tre turni, per un totale di quindici partite per campionato), con due vincitori che andranno poi a scontrarsi nelle World Series finali.
Con queste premesse il guaio peggiore per Super Baseball 2020 potrebbe quindi essere quello di non risultare immediatamente divertente, ma questi sono errori che in SNK difficilmente si concedevano. Le regole fondamentali dello sport rimangono inalterate, per fortuna, ma le modifiche al terreno di gioco, il ritmo elevato e la possibilità di migliorare la performance dei giocatori con l'acquisto di componenti meccaniche e armature iniettano all'interno del gameplay quel po' di pepe che una vera simulazione non si potrebbe concedere. La grafica, che spazia da una visuale arretrata rispetto al 'catcher' a una aerea e che abbiamo già definito sorprendente, non può comunque eguagliare la fluidità e la spettacolarità del coin-op né la qualità della versione per Mega Drive, che vanta una maggiore velocità, migliori animazioni e più 'cut scene' (ma sprite più piccoli e un gameplay più severo). E a proposito di questo, un gameplay meglio articolato, soprattutto in fase di battuta, avrebbe di sicuro reso più interessanti le partite di questa versione per Super NES, senza compromettere la facilità di gioco e la buona risposta ai comandi. Quello che risulta compromesso nella conversione è invece, stranamente, l'audio, con musichette noiose e tecnicamente mal realizzate (buoni invece gli effetti sonori). E così alla fine la morale è sempre quella (tanto per citare un famoso spot anni novanta). C'è a chi piace NBA Jam e c'è chi preferisce una simulazione vera. Traslando i fattori in campo baseball, c'è chi non cambierebbe mai un gioco come questo, comunque valido, con qualcosa di più serio.
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