Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Nintendo Super NES
Biker Mice from Mars
Konami | Toshinori Shimono | Mitsuaki Ogawa | Hideki Kataoka | Satoshi Kishiwada | Shinya Inoue
17 11 2019
Nonostante qualche incoerenza merceologica di troppo (Snickers che sponsorizza un gioco con Mars nel titolo), nonostante derivi da un oscuro e dimenticato cartoon televisivo anni novanta e nonostante il fatto che i 'racer' con l'inquadratura isometrica rappresentino una reliquia di un passato nemmeno tanto rimpianto, Biker Mice from Mars (1994) resta un buon gioco. Un gioco con un certo seguito di fedelissimi, tra l'altro, almeno a leggere le recensioni in rete, quasi tutte votate a riqualificarlo come capolavoro smarrito. Ora, non bisogna esagerare: viaggiamo su un piano superiore rispetto alla concorrenza diretta (il buon Rock n' Roll Racing per Super Nintendo ad esempio), grazie a una Konami specializzata nel tirare fuori produzioni fortunate a partire da licenze appena decenti, ma più che di capolavoro sarebbe il caso di parlare di prodotto sorprendentemente gradevole, a fronte di premesse sconfortanti.
Basti pensare alla improbabile trama di base di gioco e cartoon (i toponi in questione, vestiti come robusti 'biker', scappano da Marte e finiscono per sventare una invasione della Terra da parte di alieni dalle sembianze umane, un po' come nell'Invasione degli Ultracorpi, ma non si capisce perché debbano sventarla in motocicletta) e alla insipienza dei personaggi, non proprio brillanti come caratterizzazione e troppo vicini alle Teenage Mutant Ninja Turtles come idea di base. Nemmeno il gioco in sé si presenta in modo particolarmente brillante, probabilmente a causa di una iniziale ambientazione post-post moderna un po' triste e di una grafica vagamente spenta, per fortuna arricchita da una più completa palette di colori in un secondo momento. In realtà i tanti paesaggi proposti mostrano un buon livello di dettaglio, mentre lo pseudo-3D in isometria funziona più che bene: l'effetto finale, però, resta lontano dalla vera spettacolarità. Anche i concorrenti in pista sono pochini (solo sei, comunque ben differenziati) ma perlomeno, a partire dai circuiti più avanzati e dai livelli di difficoltà più alti, l'intelligenza artificiale interviene e riesce a evitare i momenti di pausa agonistica e a tenere alta la tensione tra i concorrenti.
In questo senso giocano un ruolo importante anche le armi, sotto forma di attacchi speciali specifici, e i vari bonus sparsi sui circuiti, con un Battle Mode che mette in primo piano le distruzioni dei veicoli ancora di più rispetto alla modalità principale. La sezione garage, in cui i veicoli possono essere progressivamente migliorati di gara in gara, e le trenta prove del Main Mode, unitamente alle dodici del Battle Mode, garantiscono poi una ottima longevità (password inclusa per riprendere le competizioni interrotte). Va ancora meglio in questo senso il '2-player mode', caratterizzato da uno split-screen sorprendente, senza incertezze tecniche. Gioco leggero, insomma, un po' come un NBA Jam in campo 'racer', ma bene impostato per quello che deve fare. Di vera sostanza ce ne è poca, ma probabilmente nessuno se ne aspetta da un titolo così. Biker Mice from Mars doveva divertire senza tante storie e questo lo ha fatto e riesce a farlo da una ventina di anni.
[NO1]