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Nyabot Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21 dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre da cui era improvvisamente spuntato. Se lo incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da lanciare all'indirizzo dei curiosi...

Apple Macintosh
Shanghai
Activision | Brodie Lockard
20 10 2019

Pochi giochi possono vantare lo stato di veri classici e Shanghai è senza ombra di dubbio uno di essi. Non sono in molti, però, a conoscere le origini di questo piccolo capolavoro senza tempo, sia per quanto riguarda la struttura di gioco che per quel che concerne il suo ideatore. La base di Shanghai è apparentemente ispirata a un antico gioco cinese chiamato Tartaruga, che impiega in modo creativo le tessere del mah-jongg per dar vita al solitario che ormai tutti conoscono. Le origini della Tartaruga, a dire il vero, sono tuttora oggetto di studio, così come lo sono state in passato a causa delle dispute legali tra Activision e un discreto numero di programmatori che hanno realizzato delle versioni alternative di Shanghai. La primissima edizione domestica (preceduta da un prototipo per il sistema PLATO) qui in esame, a ogni modo, è integralmente farina del sacco di Brodie Lockard. E anche in questo caso, come detto in apertura, sono in pochi a sapere che lo sviluppatore diede vita al gioco dopo essere rimasto paralizzato dal collo in giù a causa di un incidente sportivo.

Per quanto riguarda il gioco vero e proprio, dubitiamo fortemente che ci sia ancora qualcuno che non ne conosce le regole. Diremo comunque che le partite di Shanghai hanno luogo su un tavolo sul quale sono disposte 144 tessere in forma semi-piramidale e che lo scopo del gioco consiste nel rimuovere tutte le suddette tessere dal piano, accoppiandole in base al disegno che le caratterizza. Selezionare due tessere uguali (o comunque associabili, dato che alcune serie riportano simboli unici e particolari) non è però sufficiente, perché entrambe le tessere devono essere 'libere' di scivolare verso destra o verso sinistra per essere rimosse. È quindi necessario pianificare con cura ogni singola mossa per non ritrovarsi successivamente in situazioni dalle quali non è consentito uscire, finendo così nell'impossibilità di completare il gioco e rimanendo a fissare tristemente le tessere rimaste sul tavolo.

La genialità di Shanghai risiede in fin dei conti nella sua semplicità e nell'accessibilità che da essa deriva. E infatti il prodotto di Lockard è stato uno dei primi a riuscire nell'ardua impresa di conquistare anche coloro che mai avrebbero pensato di avvicinarsi a un gioco per computer, il che è ancor più impressionante se si pensa che Shanghai è uscito nel 1986 - ovvero in un periodo in cui i videogiochi erano fondamentalmente 'roba per ragazzi', possibilmente di sesso maschile. E invece Shanghai piacque (e piace tuttora) a tutti, giovani e meno giovani, uomini e donne. Ed è per questo che ha dato vita a una vera e propria dinastia di giochi che hanno venduto milioni di copie, riempito le casse di Activision e premiato la tenacia e la buona volontà di un ragazzo che avrebbe potuto lasciarsi sopraffare dalla paralisi, ma scelse invece di guardare avanti e rimboccarsi le maniche. Una storia edificante, insomma, per quello che è e sarà sempre un gran bel gioco.

[Nyabot]


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