Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Arcade 16 bit
Shadow Dancer
Sega
31 03 2019
Ben più che discreto, ma non particolarmente ispirato o memorabile: così abbiamo descritto il coin-op Shadow Dancer nella nostra recensione del relativo (e riuscitissimo) adattamento/stravolgimento per Mega Drive. Il che vuol dire che ci troviamo in presenza di un buon gioco, incapace però di lasciare davvero il segno. Potrebbe sembrare una condanna, in un panorama ricco di capolavori come quello dei titoli assemblati per le sale giochi negli anni 80 e 90, ma in fin dei conti Shadow Dancer svolge appieno il suo compito: diverte, intrattiene per il giusto lasso di tempo e non si fa mancare qualche idea originale e una manciata di apprezzabili guizzi tecnici.
Bocciare in toto un titolo appartenente alla gloriosa serie Shinobi, del resto, è più o meno impossibile se si esclude qualche rara eccezione. Shadow Dancer, inoltre, ha dalla sua una novità 'meccanica' estremamente interessante, ovvero il cane che accompagna il protagonista (Hayate Musashi, figlio del ben più noto Joe) nel corso delle sue peripezie. Non si tratta di un mero dettaglio grafico, per fortuna, bensì di una parte integrante della struttura di gioco, e per di più sfruttata a dovere. Yamato - questo il nome del quattrozampe - è infatti in grado di attaccare e rendere momentaneamente inoffensivi gli avversari, che possono essere così abbattuti più facilmente. Ciò consente di concentrarsi maggiormente sulla ricerca e sulla disattivazione delle bombe che l'organizzazione criminale Asian Dawn ha sparso in giro per i livelli, che possono vantare (come da tradizione per la serie) una discreta varietà.
Gli scenari includono località peculiari come un aeroporto e una discarica per auto abbandonate e altri rottami, solo per citare i primi livelli, e sono strutturati in maniera decisamente competente. Lo sviluppo delle ambientazioni non è soltanto orizzontale, ma anche (parzialmente) verticale e l'esplorazione procede con un buon ritmo. Il livello bonus, da parte sua, è meno convincente rispetto a quello del primo Shinobi: bisogna ancora colpire dei ninja impegnati ad assalire l'eroe, ma stavolta i nemici si lasciano cadere dall'alto lungo uno scarno palazzo e l'impatto scenico non è purtroppo lo stesso. Un discorso simile può esser fatto per i boss, che mancano del carisma di quelli di Shinobi nonostante siano in buona parte palesemente ispirati a quelli visti nel capostipite della saga. La realizzazione tecnica è invece gradevole, con grossi sprite che deambulano agilmente al di sopra di fondali sufficientemente dettagliati e spettacolari effetti grafici che accompagnano l'esecuzione delle (immancabili) offensive magiche del protagonista. Non sarà una pietra miliare, insomma, ma Shadow Dancer rimane un prodotto godibile, curato e in definitiva ampiamente meritevole di essere giocato fino in fondo.
[Nyabot]