Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Nintendo Super NES
Virtual Soccer
Hudson Soft | Probe
18 03 2019
Valutare un gioco di calcio è una delle cose più difficili da fare, forse perché noi italiani conosciamo bene la materia e in generale ci aspettiamo troppo, perdendoci in dettagli che un videogioco non può prendere in considerazione. Ai tempi andati, ancora più di oggi, poteva succedere che un gioco sembrasse fantastico e si rivelasse poi poco più di un guscio vuoto, come pure che un gioco apparentemente banale riuscisse a coinvolgerci per interi mesi con la sua profondità, oppure ancora che un gioco travalicasse ogni categoria, puntando a qualcosa di completamente nuovo. In quale categoria cadeva questo Virtual Soccer (1994)? Come si può intuire, non ne sono sicuro ancora oggi.
Di sicuro già ai suoi tempi non si poteva certo definirlo come qualcosa di completamente nuovo, questo sì, alla faccia di quell'aggettivo virtuale che alla vigilia della rivoluzione 3D affascinava tutti e veniva spesso utilizzato a sproposito. In realtà c'era la possibilità effettiva di scegliere una visuale tra le tre presenti (una di lato, una diretta dall'alto come in Kick Off e una rialzata e leggermente inclinata come in Sensible Soccer), e non era poco, ma dal vero 3D eravamo parecchio distanti. Non che fosse un male, tenendo conto delle incertezze dei primissimi giochi di calcio tridimensionali su console, ma puntare su questa innovazione parziale, comunque impegnativa per una macchina a 16 bit a cartucce, non poteva non implicare qualche problema di troppo. Come ad esempio quando, in corrispondenza di traiettorie alte della palla, l'inquadratura tende a bloccarsi in modo evidente. Per non parlare poi della gestione delle animazioni, di sicuro più complicata del solito in questo ambito e non del tutto riuscita. Per fortuna l'impostazione visiva è nel complesso vivace e colorata, con dettagli curati e sprite decenti. E per di più le opzioni disponibili non sono poche (per esempio ci sono solo team nazionali, ma si possono comunque creare delle squadre personalizzate in quasi ogni loro aspetto), la velocità è buona e l'audio funziona bene, con effetti sonori intelligenti, anche se non proprio vari.
Per una volta, poi, i responsabili Hudson pensarono bene di non affidare a programmatori giapponesi lo sviluppo di una simulazione di calcio (diciamo la verità, ma cosa ne sapevano di calcio i giapponesi all'inizio degli anni novanta?), rivolgendosi invece al britannico team Probe. Il risultato finale è per molti versi buono, con un gameplay liscio come l'olio, abbastanza vicino al football vero e per certi versi riecheggiante quello, magistrale, di Sensible Soccer. Ma ovviamente Virtual Soccer non poteva certo eguagliare il calcio miracolosamente messo insieme dai programmatori Sensible, andando a cozzare contro qualche inevitabile imperfezione, al di là quelle grafiche già descritte. In ordine sparso i dubbi riguardano il modo con cui i giocatori tendono a seguire rigidamente gli ordini tattici e le posizioni preimpostate, magari restando ottusamente ancorati al limite dell'area mentre gli attaccanti arrivano in porta, oppure il perché ogni tanto i contrasti finiscono involontariamente in un tackle scivolato, con ovvia concessione di campo in caso di entrata a vuoto. Per non parlare delle solite imprecisioni nei passaggi e nell'attivazione dei giocatori, dati di fatto peraltro in comune con decine di simulazioni di quei tempi. Questo, unitamente all'aggressività dei giocatori controllati dalla CPU, faceva di Virtual Soccer un bocconcino piuttosto duro da masticare. Il che (unitamente alla concomitante uscita di PlayStation e Saturn) finì per alienargli le simpatie del grosso pubblico, al punto che oggi di questo calcio Hudson pochi si ricordano. Ma, come dicevo, non sono sicuro che sia giusto lasciarlo nel dimenticatoio e amen. Ai suoi tempi c'era in giro molto di peggio (e molto più celebrato, anche lungo gli anni).
[NO1]