Alle soglie degli 'anta, Dan Hero resta un giovane vecchio
con lo sguardo e il cuore immutabilmente fissi al passato.
Da una decade circa ospite non gradito sulle pagine di TGM,
snocciola mensilmente sermoni irremediabilmente noiosi riguardo
quanto meravigliosi fossero i videogiochi dei bei tempi andati,
coltivando nel contempo il sogno di fondare una software house
nichilista e creare titoli nati vecchi che nessuno giocherà.
NEC PC Engine
Bloody Wolf
NEC | Data East | Yoshiaki Honda
06 02 2019
È il 1987 e la stampa britannica perde la testa per il mostriciattolo bianco della NEC. Di riflesso, l'anno successivo, toccherà anche a noi perdere il sonno al pensiero di quella scatoletta bianca dannatamente sexy in grado di offrirti la libidine di una sala giochi in una manciata di tessere grandi come schede telefoniche, ché all'epoca le carte di credito non sapevo manco come fossero fatte. Anni prima del dono dal cielo di San Salmoria e dei suoi apostoli, il PC Engine era il nostro MAME, la nostra desideratissima, inarrivabile terra promessa. Ma... può il paradiso essere sconquassato da raffiche di mitra binario e dirompenti granate? Avoja: nel 1989 fa la sua apparizione Narazumono Sentou Butai Bloody Wolf, conversione di un coin-op guerrafondaio pubblicato da Data East l'anno precedente.
Osa parecchio Bloody Wolf, non limitandosi a una corsa forsennata verso la fine del livello a fuoco spianato, introducendo invece elementi avventurosi come la raccolta di oggetti in grado di facilitare la missione del nostro commando, da recuperare dentro scatole celate all'interno di camion o baracche. Che Yoshiaki Honda abbia apprezzato Metal Gear durante la creazione del suo titolo? Chi può dirlo? È innegabile però che l'esplorazione sia una componente importante in Bloody Wolf (nome della versione occidentale) tanto quanto la padronanza dell'amatissimo pad NEC, qui costretto a fare gli straordinari, con il tasto Select adibito al lancio delle granate mentre i pulsanti 'titolari' si occupano di far saltare e sparare il nostro uomo d'azione.
A differenza del genitore a gettone, Bloody Wolf su PC Engine è in realtà un Lone Wolf, ma Joe Dever non c'entra: era solo uno squallido gioco di parole per dire che nella conversione è saltata la modalità per due giocatori in contemporanea. Tristezza e disperazione da una parte; dall'altra, invece, ecco che Data East si prodiga per creare una versione riveduta e corretta del gioco originale, con livelli più grandi, boss più impegnativi e una resa grafica più soddisfacente, specialmente nei fondali. Certo, bisogna scendere a compromessi - nella fattispecie è necessario avere lo stomaco di sopportare alcuni dei rallentamenti più letali che si siano mai visti sullo scatolotto NEC, ma il lungo livello extra che inizia subito dopo la fine del coin-op non è affatto male. Giustifica anche la mancanza della modalità cooperativa: il leader nemico con il fetish per i boomerang morde la polvere, il presidente è salvo ma, in una botta di taccagneria, l'elicottero adibito all'estrazione (pilotato dal soldato che NON scegliamo all'inizio, attenzione) non ha posti liberi e costringe il nostro soldato a diventare un prigioniero di guerra!
Quella che segue è una missione di salvataggio lunga un intero livello nei lerci panni dell'altro soldato (quello che pilota l'elicottero, per intenderci), caratterizzata da un'inedita struttura aperta a scorrimento multidirezionale, alla ricerca di prigionieri e di indizi sulla posizione del commilitone perduto. Bloody Wolf è un ottimo titolo, nonostante la mancanza dell'aspetto multigiocatore possa suggerire altrimenti. Poca roba è stata modificata durante il viaggio in Occidente, come il crocefisso sostituito da una zampa di coniglio. Oltre a raccogliere armi extra è poi possibile montare sulle moto nemiche che, al contrario dei carri armati di Guevara e Guerrilla War, vanno purtroppo in panne con uno sputo. Oh, sono moto abbandonate in un campo di battaglia, mica Street Hawk.
[Dan Hero]