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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
NBA Live 96
Electronic Arts | Hitmen Productions | Andy Rogers | Daniel Ng | Daniel Scott | Allan Johanson | Rod Reddekopp | Amory Wong
08 07 2018

Apparentemente nel 1995 tutti stavano aspettando un gioco di basket con una inquadratura in diagonale (30 gradi, per la precisione). O almeno questo era quanto dichiaravano i programmatori Electronic Arts, impegnati nella trasformazione in questo senso di quasi tutte le loro simulazioni sportive. E magari, in attesa della rivoluzione tridimensionale, potevano pure avere ragione. Non che io ne fossi convinto, già dai tempi di FIFA Soccer, pioniere di questa visuale rinnovata. Come era successo con decine di altri giochi basati su inquadrature isometriche e rialzate, i problemi non mancavano. Dare una direzione precisa ai passaggi e ai tiri, ad esempio, non era così facile, nonostante l'allenamento e una assistenza continua da parte della CPU della console, per non parlare poi delle incertezze nei movimenti dei giocatori.

Per altri versi, però, la visuale in diagonale aveva i suoi vantaggi rispetto a quella laterale, usata fino ad allora, come quello di evitare gli assembramenti di giocatori in piccole aree di gioco, in cui in pratica non si vedeva niente. La possibilità di agire su un campo di maggiori dimensioni permetteva poi la realizzazione di sprite più grandi e dettagliati, aumentando la spettacolarità delle partite. Questo NBA Live 96 per Super Nintendo (uscito alla fine del 1995, secondo di una lunghissima serie ed elaborato dallo stesso team satellite Hitmen Productions che aveva prodotto il titolo di esordio) a dire la verità appare meno brillante di quello omonimo realizzato per Mega Drive, pur essendo dotato di sprite sovradimensionati. Rispetto a quest'ultimo risulta infatti meno veloce e più macchinoso nei comandi, peraltro semplici, il che non aiuta in un ambito già leggermente confuso. L'impostazione grafica, comunque, rimane più che buona: anche se meno vivi rispetto a quelli di NBA Jam (tanto per citare un gioco di basket che allora andava per la maggiore), gli sprite dei giocatori sono bene animati e facilmente identificabili con le controparti reali, così come possono essere facilmente identificati i campi delle squadre NBA. Definizione grafica e animazione di pubblico e campo si rivelano però inferiori rispetto alla versione per Mega Drive: non scordiamoci infatti che spesso i giochi sportivi EA venivano sviluppati sulla macchina Sega, con conversioni dedicate alle altre console che viaggiavano sul filo del compromesso.

Se vogliamo continuare invece col confronto con NBA Jam, non si può non rilevare la superiorità di NBA Live 96 per quanto riguarda l'articolazione generale, sia come opzioni che come profondità del gameplay. Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che quasi tutti i movimenti possibili di una squadra di basket siano stati riprodotti (anche quelli tipici dei singoli giocatori), con la possibilità di recuperare e riarrangiare molti altri elementi dello sport cestistico. La strategie di gioco, ad esempio, possono essere impostate sia dal punto di vista difensivo che offensivo e possono essere modificate del tutto o in parte, aumentando o diminuendo il pressing o cambiando le marcature. In realtà l'insieme è talmente dettagliato che per ottenere il massimo dalle variabili presenti occorre forse un minimo di conoscenza della materia. Ad esempio: ogni giocatore NBA presente (tramite la nuova opzione 'edit' si possono recuperare anche Barkley e Jordan, gran parte dei 'rookie' della stagione e molte star del passato, come Jabbar, Bird e Magic Johnson) ha precise caratteristiche su cui fare affidamento, puntualmente descritte nelle tonnellata di statistiche presenti e da approfondire lungo una intera stagione o durante i play-off. Inutile quindi far tirare da fuori area chi ha statistiche poco significative nei tiri da 3 punti, oppure cercare passaggi filtranti da chi di assist ne mastica poco o niente. Non bisogna però pensare che questo sia un gioco dedicato solo ad una élite: la personalizzazione concede infatti anche una variante arcade adatta a tutti.

Non è però questa la natura di un gioco che punta tutto sulla fedeltà della simulazione e quindi lontano dalla linearità isterica di NBA Jam. Rispetto alla versione 95 il gameplay è stato anzi irrobustito con l'introduzione di nuove opzioni (come il già citato Edit Player o come il 'draft' dei giocatori) e di nuovi aspetti di gioco, come la possibilità di chiamare gli schemi al volo o la maggiore difficoltà a prescindere dai tre gradi di base. NBA Live 96 non raggiunge però, per fortuna, l'osticità che andrà a caratterizzare le versioni più evolute della lunga serie Electronic Arts. Il che spiega il suo buon successo sul suolo europeo e forse anche le critiche arrivate dalla esigente stampa USA.

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