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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
First Samurai
Kemco | Vivid Image
18 02 2018

Mettiamo le cose nella giusta prospettiva, a distanza di tempo. First Samurai era la conversione di un vecchio gioco Amiga, come spesso è accaduto nelle prime fasi di vita delle console più popolari. E già solo questo sarebbe bastato a mettere di cattivo umore un qualsiasi proprietario di Super Nintendo, generalmente convinto di avere tra le mani un apparecchio superiore al computer Commodore e quindi sprecato in casi come questo. Ma anche se l'Amiga non poteva competere con la console Nintendo in termini di capacità tecnica, non si può certo negare che il suo catalogo fosse pieno di giochi di qualità, solidi e ben congegnati. Perché non convertirli, allora?

Una volta stabilito questo, resta da vedere cosa faceva di First Samurai (Kemco, 1993) un gioco di qualità. Fondamentalmente una cosa molto semplice: il modo in cui era stato messo insieme. I programmatori, in fondo, si sarebbero potuti accontentare di un buon action-platform popolato di salti e scontri all'arma bianca - cosa che sono comunque riusciti a realizzare grazie a una certa varietà generale, a una buona risposta ai comandi e a un livello di difficoltà ben bilanciato. Non si sono però fermati ai fondamentali: il gioco è anche supportato da piccoli tocchi di classe, come i 'sample' audio che accompagnano i momenti chiave (per esempio il coro dell'Hallelujah quando si apre uno scrigno) o come gli enigmi (niente di che, però, tanto più che ci si può fare aiutare evocando uno stregone) che arricchiscono l'esplorazione e spezzano la monotonia tipica dei platform bidimensionali.

Il corredo ereditario di First Samurai è invece evidente a livello della grafica, simile a quella dell'originale Amiga nonostante una risistemazione dei livelli e quindi piuttosto scura, con fondali variati ma abbastanza spogli, sprite poco sviluppati e animazioni scarse. Stessa cosa per i temi musicali, mediocri anche tecnicamente, e per certi versi pure per la storia: i soli cinque livelli concessi, tra un Giappone antico e uno futuribile, ospitano una trama come al solito risibile e purtroppo comportano una longevità ai limiti dell'accettabile. Il ritmo si rivela però accelerato rispetto all'originale, per fortuna, il che in un gioco come questo fa la differenza in termini di azione e di intensità, ricollocando così il gioco Kemco tra i migliori del suo genere, almeno finché dura la festa. In somma: non fosse stato così svantaggiato dal pedigree tecnico o se fosse stato in qualche modo rimaneggiato in fase di conversione, avremmo potuto avere un piccolo capolavoro in più su console. Sta a vedere che i vecchi proprietari di Super Nintendo, ai tempi, qualche ragione ce la avevano?

[NO1]


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