Convinto sostenitore della pixel art e della massima
semplicità nelle produzioni per le macchine attuali,
Goliath non disdegna comunque i videogiochi propriamente
moderni. Mastica un po' di tutto, dalle simulazioni sportive
agli RPG, ma ha una predilezione mai sopita per l'azione
dura e pura.
[nuRetro] Sony PlayStation 4
Slayaway Camp: Butcher's Cut
Digerati | Blue Wizard Digital | Stage Clear Studios
05 11 2017
Disponibile anche su:
[ Xbox One ]
Possibile che uno dei giochi più sanguinolenti di tutti i tempi sia al tempo stesso un vero spasso? Sì, se si parla di Slayaway Camp: Butcher's Cut. L'ultraviolenza di questo 'puzzle game' è infatti tutta da ridere, dal momento che l'intero gioco è una parodia delle pellicole dell'orrore degli anni '80. Il sangue scorre a fiumi, le teste mozzate non si contano e le morti cruente sono praticamente infinite, ma non si può fare a meno di ridere dall'inizio alla fine del gioco. Merito di uno stile grafico che mescola personaggi buffi e ambientazioni coloratissime, di un accompagnamento sonoro altrettanto goliardico (la musica sembra provenire da una vecchia audiocassetta) e di una struttura che punta con decisione al ridicolo.
Slayaway Camp, a dire il vero, non è una novità assoluta. Il gioco ha già riscosso un gran successo su computer e piattaforme mobili, ma in questa sua versione rivista (dedicata esclusivamente alle console da salotto) aggiunge spessore e contenuti a un pacchetto già di per sé vincente. Ci sono quindi più di 300 livelli da superare e oltre 60 assassini da interpretare in quello che è con buona probabilità uno dei più brillanti 'puzzle game' degli ultimi tempi. Ma come funziona Slayaway Camp? È presto detto: ogni livello, ritratto con una visuale isometrica e inquadrabile anche dall'alto in caso di necessità, contiene un certo numero di potenziali vittime che l'assassino di turno deve eliminare. Più facile a dirsi che a farsi, però, perché il folle in questione può essere controllato dal giocatore solo entro certi limiti. Una volta impartita una direzione, infatti, l'antieroe continua a muoversi sino a quando non incontra un ostacolo o una vittima, il che costringe a pianificare con cura ogni singolo spostamento.
Questo, a ogni modo, è solo l'inizio. Il gioco introduce progressivamente alcuni elementi scenici che possono essere sfruttati per eliminare le vittime, ma possono anche rivelarsi letali per l'assassino. Falò, buche, specchi d'acqua, armadi da ribaltare e altre amenità del genere garantiscono uccisioni sempre più spettacolari (ci si passi il termine, visto che si tratta pur sempre di una parodia), ma vanno tenuti nella giusta considerazione man mano che si progetta il percorso da seguire per portare a termine il livello in esecuzione.
L'onnipresente goliardia di fondo, del resto, non equivale a una passeggiata nel parco: i problemi proposti da Slayaway Camp sono inizialmente elementari, così da consentire al giocatore di prendere le misure alle meccaniche e ai comandi, ma diventano rapidamente piuttosto complessi. Non è affatto raro ritrovarsi bloccati più e più volte all'interno dello stesso livello, magari perché non si trova il modo di risparmiare i gatti che condividono l'ambientazione con le vittime (gli animali non si toccano!), e le meningi iniziano a fumare ben presto. Gli enigmi, però, sono sempre ben congegnati e appassionanti e la frustrazione non è di casa. È possibile, al contrario, che ci si scopra intenti a pensare a come superare un livello particolarmente ostico anche quando si è lontani dalla console e si sta facendo tutt'altro, a testimonianza della solidità di un gioco che dimostra costantemente di meritare le lodi che ha ricevuto sin dal suo originario debutto su macOS, iOS, Android e Windows.
[Goliath]