Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sega Mega Drive
James Pond: Underwater Agent
Electronic Arts | Millennium | Vectordean | Steve Bak | Chris Sorrell
20 07 2017
Il malvagio Dr. Maybe ha un piano: distruggere la fauna ittica di tutti gli specchi d'acqua, oceani e stagni compresi, inquinando a piacimento e arrivando a dominare il mondo, o almeno quello acquatico direi. Ma non ha fatto i conti con Double Bubble Seven, nome in codice del famoso James Pond, agente segreto abile, elegante nel suo 'tuxedo' nero e pieno di pupe. Solo che, in linea con le ambientazioni, James Pond è un pesce, anche le pupe sono dei pesci e i riferimenti al mondo di Ian Fleming viaggiano su un tono parodistico (Dr. Maybe al posto del Dr. No, James Pond al posto di Bond, missioni con nomi cambiati come View to a Spill o The fish with the Golden Bar). Il tutto in un platform anomalo che per la prima volta (lancio originale nel 1990, edizione Vectordean e Millennium) concentrava tutta l'azione su piattaforme e caverne subacquee.
Il modo di giocare, di conseguenza, era ovviamente modificato rispetto agli standard, con un accento spostato più sulle missioni e sulla ricerca che sui salti, anche se ancora presenti in piccole dosi, e questo per tanti non poteva che essere un vantaggio, stante l'ortodossia che imperava nei platform. D'altro canto i programmatori legati al mondo Amiga (questa conversione Electronic Arts per Mega Drive è del '91, ma James Pond: Underwater Agent era stato creato originariamente per il computer Commodore, come molti altri titoli sbarcati sulla console Sega) avevano spesso fatto di necessità virtù, dimostrando maggiore inventiva rispetto ai colleghi di quegli anni. E a ripagare il coraggio James Pond si rivelò subito un outsider valido, anche commercialmente parlando, alla faccia di qualche critica da parte della stampa specializzata. Molto diverso da Mario o Sonic o da qualsiasi altro eroe saltellante, il nostro agente segreto dimostrava comunque una carica iconica che verrà sfruttata negli anni a venire, con una lunga serie di sequel prodotti per tutte le piattaforme, fino ai 32 bit. Come al solito lo spirito e il taglio originale verranno poi ampiamente traditi, ma questa è un'altra storia. Quello che avevamo allora era un debutto pieno di promesse e non convenzionale, anche se poco elaborato.
L'impressione infatti era che i programmatori Steve Bak e Chris Sorrell avessero avuto un'ottima idea, ma che (come spesso accadeva ai tempi) non si fossero poi spremuti per svilupparla, anche per motivi di budget. Così, alla fine, le missioni finiscono per assomigliarsi troppo, con una continua ripresa del solito schema di ricerca oggetti e di salvataggio vittime, o a causa delle poche armi concesse al nostro James (essenzialmente una pistola spara bolle che intrappola i nemici, pure questi non tantissimi) o anche perché l'esplorazione resta sempre troppo semplice e senza intoppi. Il che, se viene unito al numero esiguo di livelli concessi (dodici), fa immediatamente intuire lo scarso peso di tutta la produzione. Il divertimento, insomma, dura poco, nonostante la presenza di 'bonus stage', di limiti di tempo e di un livello di difficoltà che andando avanti può anche diventare irritante. Il tutto non viene aiutato da fondali (marini e non) un po' vuoti e da un audio orecchiabile ma insistito. L'impressione finale è insomma quella di un piccolo gioco divertente, ma con un'unica chance di vita legata al miglioramento dei punteggi. Bene o male che sia, con il celebre sequel di due anni dopo, il pesce mutante James Pond abbandonerà l'acqua e lo schema originale per dedicarsi a tutt'altro (castelli e giocattoli).
[NO1]