Sega Mega Drive
Forgotten Worlds
Sega | Capcom
14 03 2017
La terra era in conflitto da anni coi Signori della Guerra, guidati dal tiranno Bios affiancato da otto divinità, quando le cose avevano improvvisamente preso una brutta piega, fino a ritrovarci con città ridotte a un cumulo di macerie e fino a essere etichettati da tutta la galassia come Mondo Dimenticato. Gli umani non si sono però rassegnati, pur vivendo in completa clandestinità. È forse proprio a causa di questa disorganizzazione di fondo che la ribellione viene portata avanti, contro ogni logica, da due soli combattenti, apparentemente al di fuori di ogni entità militare ma invece accuratamente addestrati, incazzati, forniti di armi potenti e finalmente in grado di prendere a calci le orde dei perfidi alieni, fino alla sconfitta finale di Bios. Calci figurativi e volanti, però, perché i nostri fustacci e i loro droni non si limitano a produrre un fuoco a 360 gradi di proiettili di tutti i tipi ma svolazzano pure, un pò come il protagonista del classico Sega Space Harrier (e non si capisce come, perché gli sprite dei due eroi non sembrano forniti di apparecchiature particolari).
Fin qui niente di nuovo nel mondo degli shoot'em up, affollato da alieni demoniaci e trame improbabili, ma le cose cominciano a cambiare quando si va a esaminare lo specifico di Forgotten Worlds (1989, Sega), shooter a scorrimento orizzontale da considerare tra i migliori mai apparsi sul Mega Drive, grazie anche ad alcune scelte inusuali. La grafica arrivava direttamente da quella, bella ancora oggi e fantasmagorica ai tempi, dell'omonimo e celebre coin-op Capcom del 1988 e anche se la riproduzione non risultava proprio fedele all'originale, lo era comunque abbastanza per elevare Forgotten Worlds al di sopra della media dell'epoca. Le conversioni dal coin-op Capcom, in realtà, non si contano (Spectrum, Commodore 64, Amiga, Atari, PC Engine, ecc.), ma anche se qualcuna di queste raggiunge risultati grafici superiori a quelli del Mega Drive, la versione Sega è quella che si discosta meno dal gameplay originale, a parte il salto di un paio di fasi di gioco. Quello che colpisce è il volume di fuoco nemico e amico, prodotto mediante i due droni. L'azione è frenetica, come da copione, ed è anche complicata da passaggi pericolosi lungo gli scenari: chiudere le partite, soprattutto a livello Hard, non è questione da pivellini.
I programmatori Sega hanno fatto di tutto, ricorrendo anche a un'opzione autofire, per non allontanarsi dal modo con cui era impostato il coin-op, ma non hanno potuto superare lo scoglio del joypad digitale del Mega Drive, incapace di replicare le rotazioni fluide a 360 gradi del controller del cabinato, molto utili in caso di attacco multidirezionale e di cambio di mira. Quello che rimane inalterato, invece, è la inusuale componente strategica dello shooter, con negozi che appaiono lungo la strada e che possono essere sfruttati per potenziare le armi e riparare i danni, un pò come in un 'role playing game'. Altro dato di fatto che porta su la valutazione di Forgotten Worlds è l'ottima modalità a due giocatori, ancora più intensa, coinvolgente e all'altezza di quella dei migliori beat'em up a scorrimento. I sette livelli presenti non sembrerebbero poi molti, ma la durezza della sfida e il '2-player mode' sono in grado di garantire interi mesi, se non anni, di divertimento, per quanto saltuario.
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