Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sega Mega Drive
Populous II - Two Tribes
Virgin | Bullfrog | PanelComp
21 02 2006
Nel 1989 Populous cambiò parecchie cose. Prima di tutto cambiò la vita di Peter Molyneux, che con Bullfrog si ritrovò dopo di allora a inanellare un successo dopo l'altro senza perdere un solo colpo (Powermonger, Syndicate, Theme Park, Dungeon Keeper). Riuscì poi ad inaugurare un nuovo genere (quello dei 'god game') che, anche se con alti e bassi, ha finito per dominare la scena dei giochi per PC per un lustro. E tutto sommato diede il via, insieme a SimCity, a una rivoluzione profonda dei giochi di strategia che fino ad allora si erano limitati a imitare i meccanismi molto poco scenografici dei giochi da tavolo (contribuendo a rendere ancora più salda la reputazione dell'Amiga, piattaforma di origine di molti titoli innovativi).
Tanto era nuovo l'approccio di Populous alla materia che ai pubblicitari e ai giornalisti del settore riusciva abbastanza difficile far comprendere quale fosse il tema del gioco e come questo venisse poi sviluppato: fatto sta che proprio grazie alla sensazione di novità tutti impazzirono per Populous (che finì per totalizzare circa tre milioni di copie vendute e una pletora di conversioni per tutte le macchine allora esistenti). Quello che contava, comunque, era che il gioco risultava parecchio divertente, sia perché, appunto, non si era mai visto qualcosa di simile, sia perché il tentativo di conquista di nuove terre aveva un suo andamento ipnotico e distensivo (l'azione diventa parossistica solo dopo una cinquantina di livelli). E proprio questo dà la portata e il limite del gioco: Populous vantava circa cinquecento livelli (e quindi ce ne voleva per chiudere definitivamente la partita), ma aveva il problema che nei cinquecento livelli complessivi non si ritrovava mai niente di veramente differente (i territori cambiavano, ma le azioni di base no). Così, dopo aver livellato un po' di montagne, riempito qualche braccio di mare, incendiato o terremotato un po' di villaggi e aver conquistato con i propri fedeli seguaci un po' di territori si realizzava di avere davanti ancora quasi cinquecento livelli di roba pressoché identica da affrontare.
A Populous II, comparso a distanza di tre anni, non si chiedevano certo rivoluzioni aggiuntive, ma si domandava ovviamente di rimediare a questa fondamentale mancanza di varietà. Le regole di base restavano quindi inalterate (aumentare il potere mediante la manipolazione del territorio e la successiva proliferazione dei propri seguaci, e inviarli poi in battaglia contro le forze del male al seguito di un apposito leader), ma con la differenza che col passare del tempo qui si riuscivano ad acquisire nuovi e più sofisticati poteri divini (ad esempio la capacità di provocare eruzioni vulcaniche e temporali, piazzare fonti battesimali a trappola e paludi, ricorrere a giganti e tsunami, per un totale di venti cataclismi contro i sei originari), il che lasciava spazio perlomeno a qualche sorpresa all'interno della progressione del gameplay (stavolta nei mille mondi da spianare e popolare i metodi di attacco non sono tutti immediatamente disponibili).
Migliorato nel dettaglio e nella colorazione della grafica isometrica, non affinato certo nel sonoro (per lo più si gioca in silenzio), come al solito manovrato mediante la classica interfaccia a icone (che l'utilizzo del joypad rende vagamente scomoda), Populous II, grazie anche a questa ottima versione per Megadrive, replicò il successo commerciale del predecessore (incredibilmente anche in Giappone, mercato da sempre ostile ai titoli di derivazione occidentale), compensando la mancanza di vere novità con una presentazione complessiva nettamente migliorata, una curva della difficoltà più graduale e un maggiore controllo sull'andamento del gioco. Fatto sta che, tra i due, Populous II risulta decisamente il più gradevole e, se preso a piccole dosi, rivela ancora oggi la solidità di un gameplay ai tempi rivoluzionario, ma tutto sommato brillante anche a prescindere dalla sua importanza filologica (basta pensare a quanto gli devono Civilization e i tutti i suoi derivati).
[NO1]