Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Commodore 64
The Blues Brothers
Titus | CTA Developments | 221B Software Developments
20 11 2016
Titus occupa da sempre un posto speciale nella Lista Nera di A.Rea. 21 e non (solo) per la storica avversione del cofondatore Shrapnel nei confronti della maggior parte della produzione videoludica francese. Il suo posto nella Lista, invece, Titus se l'è guadagnato per così dire sul campo, grazie a una lunga serie di giochi di livello decisamente basso, se non addirittura bassissimo. The Blues Brothers per Commodore 64, a dire il vero, non è pessimo come diversi/molti degli altri titoli sfornati da Titus, ma rimane comunque un platform game di cui si sarebbe benissimo potuto fare a meno.
Fallire un'occasione come quella offerta da una licenza del genere potrebbe sembrare praticamente impossibile: si prendono le ambientazioni e i temi musicali del film, li si infila in una struttura da gioco di piattaforme di stampo classico e si presta attenzione ai dettagli, tutto qui. E invece The Blues Brothers inciampa quasi a ogni pié sospinto. L'avvio, in verità, non è dei peggiori. La schermata di caricamento non è malvagia e la possibilità di scegliere tra Jake ed Elwood (o entrambi, nel caso in cui sia presente un amico con cui condividere l'avventura), pur essendo semplicemente cosmetica, rappresenta un tocco gradevole. Da qui in poi, però, The Blues Brothers è tutto un maldestro caracollare.
La resa della colonna sonora del film, tanto per cominciare, avrebbe indubbiamente meritato maggior giustizia, in particolar modo alla luce della prestanza del SID. E invece le riproduzioni dei brani tratti dalla pellicola originale non sono niente di che e possono persino arrivare a infastidire le orecchie più delicate. Non va meglio, purtroppo, sul fronte della grafica: i colori vengono elargiti con abbondanza, ma finiscono per risultare quasi accecanti in diverse situazioni e ciò compromette irrimediabilmente la leggibilità delle località in cui Jake e/o Elwood devono zompettare a destra e a manca. Lo scorrimento, infine, è a dir poco incerto e ciò è inammissibile in un gioco per Commodore 64.
Le imprecisioni dei controlli e delle collisioni, per quanto presenti, sono fortunatamente assai meno rilevanti delle deficienze audiovisive, ma ciò non basta a mascherare una pianificazione approssimativa. The Blues Brothers è infatti piatto nel suo seguire pedissequamente i canoni tradizionali dei giochi di piattaforme, privo di guizzi degni di nota e per giunta troppo facile, il che lo priva definitivamente di qualsiasi possibilità di stimolare il giocatore ad andare avanti.
[Nyabot]