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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Bio-Hazard Battle
Sega | Hiroshi Mikatabara | Tooru Nakagawa | Shigeharu Isoda
02 10 2016

Per centinaia di anni gli umani hanno aspettato l'arrivo degli extraterrestri, spesso ipotizzandone una natura non proprio benevola. Ma pochi avevano pensato, invece, alla necessità di riconquistare un pianeta alieno, già colonizzato, ma devastato da una guerra biologica e infestato da forme di vita mutanti e aggressive, da cui il Bio-Hazard del titolo (nessuna relazione col celebre Resident Evil/Biohazard per PlayStation in quanto trattasi di sparatutto nella classica forma ad andamento orizzontale). I ruoli e le invasioni si ribaltano, quindi. Per fortuna i terrestri si sono portati dietro degli ottimi caccia intercettori che, guarda caso, riprendono forma e costituzione dei nemici alieni, puntando a un look e a una struttura da organismo vivente.

Le quattro astronavi di Bio-Hazard Battle - ennesimo shooter di qualità presente su Mega Drive - sono quindi talmente sofisticate da comportarsi in modo quasi intelligente. Tanto per cominciare hanno dalla loro parte un drone che le affianca fornendo un fuoco automatico di portata e direzione varia a seconda dei casi. I power-up per l'astronave madre e per il drone sono poi numerosi, organizzati in modo logico e consentono un continuo miglioramento della capacità di fuoco. Ma soprattutto i nostri intercettori sono estremamente maneggevoli e non risentono di incertezze nei movimenti, fattore indispensabile quando si tratta di superare una sfida come questa. Perché Bio-Hazard Battle (Sega, 1992) è tutt'altro che facile da affrontare, anche ricorrendo alla modalità 'easy' (il tutto è però compensato da una buona dose di vite fornite in opzione). I suoi otto livelli non concedono tregua, a parte il primo, fino a mettere alla prova riflessi, pazienza e memoria dei giocatori più allenati. La memorizzazione delle fasi di gioco diventa in effetti indispensabile: gli attacchi arrivano da tutte le parti e sapere quello che ci aspetta in un certo punto dello scenario è l'unico modo per sopravvivere.

Sfruttando la storiella di fondo, balzana come al solito, l'impianto grafico di Bio-Hazard Battle riesce comunque a risultare tra i migliori della tarda prima fase del Mega Drive, grazie soprattutto agli sprite mostruosi e di generose dimensioni, con una predilezione per serpenti e larve giganti, ma grazie anche ai panorami bene ideati e spesso molto ben disegnati, alla decente parallasse di scorrimento dei fondali e soprattutto all'atmosfera apocalittica ripresa un po' dappertutto tra città, foreste, caverne e basi spaziali. Atmosfera aiutata da una colonna sonora che, senza rinunciare ai bassi sparati e ai timbri acuti tipici della console Sega, bene si adatta alle scelte visive volute dai programmatori. A chiudere il cerchio ci pensa un '2-player mode' che rende ancora più esilarante il tutto, grazie a un ulteriore aumento del fuoco prodotto dagli avversari, con un parossismo che sfiora il panico. L'unica cosa che non convince è la mancanza di originalità assoluta: abbiamo e avevamo bisogno di un altro sparatutto su Mega Drive?

[NO1]


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