Alle soglie degli 'anta, Dan Hero resta un giovane vecchio
con lo sguardo e il cuore immutabilmente fissi al passato.
Da una decade circa ospite non gradito sulle pagine di TGM,
snocciola mensilmente sermoni irremediabilmente noiosi riguardo
quanto meravigliosi fossero i videogiochi dei bei tempi andati,
coltivando nel contempo il sogno di fondare una software house
nichilista e creare titoli nati vecchi che nessuno giocherà.
Commodore 64
Barbarian
Palace | Steve Brown | Stanley Schembri
12 06 2016
Tornate indietro con la mente agli anni '80 e fatevi venir voglia di un sano picchiaduro uno-contro-uno: scordatevi combo, megamosse, effetti speciali e assurdità varie: la maggior parte di questi titoli prendevano sul serio il concetto di 'arte marziale'. Karate Champ, Way of the Exploding Fist o il sempreverde International Karate+ decretavano la vittoria in base al punteggio ottenuto atterrando gli avversari come in un vero incontro; niente barra di energia da consumare e niente 'fatality' con cui annichilire il nemico, quindi, ma una virile tenzone di abilità tra veri uomini. Piuttosto noioso se volete il parere di Steve Brown, designer alla corte di Palace con una sana passione per il filone 'sword and sorcery' e vorace lettore della serie a fumetti The Savage Sword of Conan, basata sulle avventure del nerboruto eroe cimmero di Robert Ervin Howard.
Il concetto dietro al successo di Barbarian era elementare: come un bimbo davanti a una confezione di Lego nuova di pacca, così Steve ebbe carta bianca per realizzare il videogioco che aveva sempre voluto ma nessuno aveva ancora creato, pescando a piene mani dal background di Conan. Del resto, dopo il buon lavoro svolto con i due Cauldron, la sua abilità era fuori discussione tra i boss di Palace, che si videro subito interessati all'idea di un gioco basato su duelli all'arma bianca.
"Il malvagio stregone Drax ha messo a ferro e fuoco la Città Ingioiellata per avere la prosperosa principessa Mariana, ponendo però una condizione: chi riuscirà a battere i suoi guerrieri potrà reclamare la libertà della dama. Uno dopo l'altro gli aspiranti campioni cadono finché un guerriero solitario emerge dalle lande del nord...". Se tutto questo sa di cliché che la metà basta non fa nulla: il valore di Barbarian risiede altrove, principalmente nel fanatismo del suo creatore che costrinse il povero assistente Gary Carr a dolorose sessioni di combattimento con spade di legno per replicare al meglio le movenze dei guerrieri del fumetto e dei due film di Schwarzenegger. In seguito le pose e gli attacchi più riusciti sarebbero stati riprodotti con cura nel gioco.
Prendendo spunto dai migliori picchiaduro dell'epoca, il sistema di comando era perfetto, concentrando tecniche offensive, difensive e parate (una vera novità per il genere) su un solo joystick in maniera assolutamente naturale e intuitiva. Degne di lode anche la scaltra AI degli avversari controllati dalla CPU (in grado di dare del filo da torcere anche ai giocatori più esperti) e la fantastica colonna sonora del compianto Richard Joseph, un capolavoro dalle tonalità possenti ed epiche che ben accompagnavano i convincenti effetti sonori. Critica e pubblico adorarono istantaneamente Barbarian, sia per la novità portata nel genere, sia per la realizzazione tecnica da manuale.
Indubbiamente, però, il gioco ottenne buona parte del suo reverenziale fascino per due motivi. In primis la cover, che mostrava il massiccio culturista Michael Van Wijk (vera celebrità dell'epoca in Inghilterra per aver rivestito il ruolo di Wolf nello show sportivo Gladiators) nella parte del Barbaro, ma soprattutto Maria Whittaker, celebre modella dalle generose forme particolarmente valorizzate dal microscopico bikini indossato nei panni della principessa Mariana. Tuttavia il motivo che consegnò Barbarian alla leggenda del nostro hobby è l'infame colpo in grado di decapitare l'avversario e concludere in un istante lo scontro, particolare che donava a ogni combattimento una tensione quasi palpabile. Memorabile lo humor nero che seguiva la decapitazione, con un goblin che prendeva a calci la testa del malcapitato mentre trascinava via il resto del cadavere per far spazio al prossimo massacro: decisamente non li fanno più come una volta.
[Dan Hero]