Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Commodore 64
Nemesis the Warlock
Martech | Creative Reality | Michael Archer | David Dew | Jas Austin | Software Communications
22 05 2016
Tratto da un popolare fumetto della gamma 2000 AD, Nemesis the Warlock non rappresenta il miglior esempio possibile di sfruttamento di una licenza. Si ha infatti l'impressione che il gioco sia stato scritto senza prestare troppa attenzione alla sua fonte di ispirazione e che quest'ultima sia stata 'aggiunta' nelle ultime fasi dello sviluppo, semplicemente utilizzando degli sprite disegnati a partire dal fumetto. Si potrebbe quindi parlare di occasione sprecata, se non fosse per il fatto che a livello di giocabilità Nemesis the Warlock funziona egregiamente e ciò fa passare in secondo piano qualsiasi lamentela sui legami tra il materiale d'origine e l'adattamento per Commodore 64.
Il gioco è suddiviso in una serie di schermate fisse, in ciascuna delle quali Nemesis deve eliminare un certo numero di Terminator per sbloccare l'accesso al livello successivo e avvicinarsi così al malvagio Torquemada. Gli avversari possono essere abbattuti con una spada o, nel caso in cui si sia riusciti a raccogliere delle munizioni, con una potente arma da fuoco. Nemesis dispone anche di un letale sputo acido capace di eliminare qualsiasi nemico al solo contatto, ma può far ricorso a questa eccezionale risorsa soltanto una volta per livello. Conservarla per i momenti più bui è nella maggior parte dei casi la scelta migliore, dato che al progressivo crescere dell'influenza di Torquemada i Terminator diventano sempre più restii a morire e prendono la pessima abitudine di tornare in vita sotto forma di pericolosi zombie.
È interessante notare come i corpi dei Terminator eliminati non scompaiano dallo schermo, ma vadano invece a formare delle vere e proprie pile. Non si tratta comunque di un mero artificio grafico: le torri di cadaveri possono essere scalate da Nemesis per raggiungere i punti più alti dei livelli e si rivelano spesso essenziali per uscire dall'ambientazione in corso. È proprio quest'ultimo, del resto, lo scopo di ogni scenario: bisogna uccidere un numero sufficiente di Terminator per sbloccare l'uscita, il cui posizionamento è però segreto. Ciò vuol dire che il personaggio principale deve guadagnare uno dei bordi dello schermo, sperando nel contempo che si tratti di quello giusto. Questa è forse l'unica nota stonata della struttura di gioco, dato che aggiunge un elemento di casualità che mal si sposa con la natura dell'avventura, interamente basata sull'azione e sull'abilità.
Per quanto riguarda la realizzazione tecnica, infine, Nemesis the Warlock è senz'altro degno di considerazione. La grafica adotta uno stile a dir poco peculiare e vanta una buona scelta dei colori, mentre i piccoli tocchi di classe come il cuore strizzato da una mano che indica l'energia vitale di Nemesis rimarcano la non indifferente vena artistica degli sviluppatori. Il sonoro, da parte sua, non è da meno e annovera uno dei migliori pezzi mai scritti dal geniale Rob Hubbard.
[Nyabot]