Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sega Mega CD
Wonder Dog
JVC | Core | Robert Churchill | Takeshi Minagawa | Toshiyuki Nagai | Chris Long | John Kirkland | Ged Keaveney
12 04 2016
Il Mega CD non è mai stato affollato di platform in tutta la sua carriera e così l'eroico cagnolino di Wonder Dog (Core, 1992) ha avuto modo di farsi largo attraverso il mondo della console Sega, senza tanti sforzi. Proprio dall'inizio, perché questo è stato uno dei titoli ad accompagnare il lancio del Mega CD, con tutte le aspettative del caso, così grandi da risultare incomprensibili ai nostri giorni. Già dall'impostazione della copertina e delle foto rilasciate per le press release il gioco prometteva infatti una bella impostazione psichedelica a' la Robert Crumb, magari con un distacco netto dalla piattezza dei platform a 16 bit e con un po' della classe dei fumetti del disegnatore americano post-hippy. La stessa storia di base, basata su una fantascienza di terza mano tra invasioni di pianeti da parte di una strana Pitbully Space Armada e uno scienziato alieno che invia sulla Terra un improbabile cucciolo (un mezzo Beagle?) dotato di superpoteri, avrebbe potuto dare origine a una certa ricchezza di contenuti, perlomeno scenografici. E invece, alla prova dei fatti, il gioco Core non faceva altro che mettere in chiaro la scarsa consistenza dei primi titoli per Mega CD, in genere velleitari e qualche volta sconcertanti nella loro mancanza di rifinitura.
Wonder Dog manca appunto di consistenza e di rifinitura. Il che appare paradossale se si pensa che il nostro protagonista canino doveva arrivare ad essere il personaggio icona del Mega CD, almeno nelle prime fasi, un po' come lo era stato Sonic per il Mega Drive. Al punto che JVC lo aveva inserito all'interno di una massiccia campagna pubblicitaria (Wonder Dog appariva addirittura in alcuni dischi realizzati da JVC per la pulizia delle lenti dei lettori CD). Lo stesso Full Motion Video di introduzione, che oltre a dover rappresentare il biglietto da visita per il gioco doveva diventarlo anche per la piattaforma appena nata, è davvero deludente, con scarse animazioni, pochi colori e un tratto grafico elementare. Quando poi si passa a giocare sul serio la musica cambia solo di poco, con una impostazione visiva che al massimo rimanda alla simpatica follia di titoli come Bubsy ma che, pur non risultando sgradevole, offre davvero poco di originale o raffinato.
Il gameplay si rivela poi estremamente prevedibile, grazie al recupero di canoni già presenti in centinaia di platform precedenti e codificati anni prima dalla saga di Mario & company - solo che in questo caso la gestione dei comandi non sembra altrettanto impeccabile, ovviamente. Fatta eccezione per una quota di aree segrete da scoprire superiore alla norma e per un passo che ha il merito di non risultare nevrastenico (e il demerito di rendere troppo facili le partite, con una longevità legata a sei soli mondi da esplorare e a una resistenza simbolica da parte dei boss di fine livello) non rimane quindi molto da recuperare. Messa in conto anche una colonna sonora orecchiabile e degna di qualsiasi cosa possa apparire su un canale TV per ragazzi, oggi, a ventiquattro anni di distanza, ci si chiede il perché dell'esistenza di un gioco che poteva benissimo essere prodotto su cartuccia senza tale spreco di energie e il come una software house come Core sia riuscita a sopravvivere a tali sfaceli per diventare poi una delle maggiori aziende del settore.
[NO1]