Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Commodore 64
Taskforce
Players Premier | Sonja Knight | Phillip Ruston
03 04 2016
Snide Gantree e i suoi mercenari hanno occupato una base segreta nel sud del Pacifico e spetta al giocatore, opportunamente messo al comando di un jet all'avanguardia, il compito di fermare il malvagio dittatore. Sembra una missione come un'altra per un eroe dell'aviazione rotto a tutto, ma stavolta la posta in gioco è altissima: entro quattro ore, infatti, Gantree sfrutterà le risorse della base per guadagnare l'accesso ai missili che essa ospita per poi conquistare il mondo intero. È una fortuna, quindi, che il velivolo messo a disposizione del giocatore sia una vera fortezza volante, dotata di armi potentissime e di capacità di movimento... davvero problematiche.
"Come fa un jet a muoversi in modo problematico?", vi starete ora chiedendo. È presto detto: Taskforce è un clone di Cybernoid e il jet in questione segue le modalità di spostamento dettate dal titolo Hewson. In altre parole, il velivolo caracolla per lo schermo con una certa lentezza e ciò non si sposa particolarmente bene con le ambientazioni claustrofobiche e contorte di Taskforce, ispirate a loro volta a quelle di Cybernoid. Non tutto è perduto, comunque: il livello di difficoltà cresce a causa di queste scelte (con le quali fa il paio la filosofia 'un colpo-una vita persa' adottata dagli sviluppatori), ma con un po' di pazienza e con una buona dose di pratica è possibile trarre da Taskforce un'apprezzabile quota di divertimento.
Il gioco pubblicato da Players Premier è infatti sufficientemente curato e realizzato con innegabile perizia, in particolar modo per quanto riguarda l'uso dei colori e la costruzione degli scenari. L'azione e gli scontri a fuoco sono ovviamente al centro del pacchetto allestito da Phillip Ruston a partire da un'idea originale di Sonja Knight, ma - esattamente come accadeva in Cybernoid - ogni 'stanza' richiede anche un minimo di ragionamento e di pensiero tattico per essere superata con successo, così da poter avanzare verso il guardiano di fine livello. Le armi secondarie, inoltre, sono soddisfacenti quanto basta e vanno gestite con un pizzico di buon senso, essendo dotate di scorte di munizioni limitate che possono comunque essere ripristinate sparando agli appositi contenitori. Taskforce non è un capolavoro, come dovrebbe essere ormai chiaro, ma per esser stato pubblicato direttamente in fascia 'budget' è senza dubbio un titolo onesto e tutto sommato godibile.
[Nyabot]