Sega Mega Drive
FIFA Soccer 95
Electronic Arts | Extended Play
16 01 2006
Potrà sembrare impossibile, ai più giovani, ma esiste un tempo lontano in cui FIFA Soccer ancora non esisteva. Un tempo in cui i giochi di calcio (difficile parlare di simulazioni) erano talmente approssimativi da lasciare a bocca aperta, se rivisti ora, anche il più accomodante dei videogiocatori (con le debite eccezioni di Sensible Soccer e di tutta la saga di Dino Dini, realistici ma comunque molto distanti dal gusto estetico dei giorni nostri). In quel panorama, in cui la clientela potenziale per un gioco simile, magari tendenzialmente "adulto", era enorme, non poteva non inserirsi Electronic Arts, già autrice nei primi anni novanta delle simulazioni sportive in assoluto più credibili e più acclamate (NHL Hockey, PGA Tour Golf e John Madden Football). Così quando, nel corso del 1993, cominciò a circolare sui giornali il gossip di un suo progetto in embrione relativo al calcio (o meglio, soccer, all'americana), l'attesa diventò subito parossistica, tale era la fede del pubblico nei confronti delle capacità di EA. Niente a che vedere, però, con quanto successe, a livello di battage, al momento dell'uscita (dicembre 1993, proprio sotto Natale): non ci fu nemmeno un giornale o una singola voce che non parlò di capolavoro assoluto (e per portarsi a casa una copia di FIFA Soccer bisognava prenotarsela un mese prima).
Allora: come diavolo è possibile che quello che era stato universalmente definito un capolavoro e che è ancora il best seller assoluto di EA sia, allo stato attuale delle cose, portato come esempio di gioco vuoto e inutile, continuamente rinnovato (non nei contenuti di base) solo grazie ai meriti di una campagna pubblicitaria esemplare sia come impostazione, sia come durata?
La risposta, se non si guarda a FIFA Soccer con un minimo di prospettiva temporale, diventa quasi impossibile. In realtà il motivo, comunque, non è solo uno. Prima di tutto, come dicevamo, occorre considerare il panorama di quegli anni: di simulazioni che in qualche modo assomigliassero al calcio reale ce n'erano davvero poche, e quelle poche che c'erano affidavano la loro plausibilità soprattutto al gameplay (non che questo sia un male: di giochi tosti come Kick Off ce ne sono in giro, ancora adesso, molto pochi) e solo marginalmente al fattore visivo. FIFA Soccer, invece, era un vero spettacolo da vedere (si formavano interi capannelli di persone fino ad allora del tutto indifferenti ai videogiochi, con esclamazioni tipo "Cavolo, sembra una partita vera!"), tanto che la sua reputazione di spettacolarità è rimasta a lungo intatta, a dispetto di cadute di tono micidiali, rendendone proverbiale la capacità di scalare le classifiche di vendita anno dopo anno. Questo porta al secondo motivo, stavolta negativo e puntualmente emerso, come ad ogni puntata della saga calcistica EA, dopo qualche settimana di entusiasmo decrescente: FIFA Soccer era tutto lì (insomma, quasi), con una impostazione che più che replicare il meccanismo del futbòl replicava il meccanismo di una telecronaca (e quando la tecnica glielo permetterà, con i 128 bit e le voci commentanti dei vari Bulgarelli e Caputi, lo farà ancora di più). Conseguenza diretta, anche se non necessaria, e terzo motivo del generale atteggiamento schizoide verso tutti i FIFA Soccer: quello che alla fine ne faceva le spese era il cuore del gioco, che, salvo rare correzioni avvenute in tanti anni di sequel, era ed è rimasto pieno di difetti. Non a caso, una volta scemato l'hype, a tutti venne in mente la stessa cosa: ma in fondo, gli americani, che cavolo ne sanno del calcio?
E in effetti, se sottoposto ad esame anche vagamente intensivo, il primo FIFA Soccer rivela tutta una serie di incertezze che si ritroveranno, cronicizzate, anche all'interno dei suoi infiniti remake: difficoltà nei passaggi, uniformità delle azioni e dei tiri in porta, cattiva gestione dei portieri, intelligenza artificiale limitata, animazioni legate in maniera imperfetta, irregolarità nell'attivazione dei giocatori, curva della difficoltà bizzosa, incertezze del sistema di controllo. La cosa buffa è che la seconda edizione (quella del 1995, per Megadrive), affidata a un team pressoché invariato rispetto a quello di partenza (e che comincerà invece a cambiare in quella del 1996) è forse la migliore in assoluto. Con pochi aggiustamenti a favore di quelli che erano i settori più palesemente deficitari (movimenti dei giocatori in attesa di assist, IA complessiva, sistema dei passaggi, possibilità di dribbling nonostante l'assenza di un comando per lo scatto) il gioco riusciva a cambiare anche abbastanza vistosamente, diventando se non entusiasmante almeno non del tutto illogico. Alcune cose, intendiamoci, rimasero comunque inalterate nella loro caducità (possibilità di segnare sempre dalle stesse posizioni, inutilità delle azioni concertate, data la frequenza con cui si ficcavano all'incrocio dei pali anche i tiri da centrocampo), ma per una volta l'hype regolarmente montato da EA aveva una sua parziale ragione di essere e il pubblico continuò ad andargli dietro (cosa che purtroppo fece anche quando, successivamente, di ragioni vere non ne rimase traccia alcuna). Tanto più che la presentazione del gioco stavolta viaggiava su livelli altissimi, almeno per il tempo: opzioni a volontà (e qualcuna funzionava pure), un sonoro realizzato con grande attenzione e gestito in maniera intelligente (canti ed effetti differenziati per le varie tifoserie), stadi impeccabili e una lista di squadre interminabile (tutta una serie di campionati internazionali, oltre alle solite squadre nazionali).
FIFA Soccer 95 aveva anche la buona sorte di beneficiare ancora della grafica originale, più dettagliata e meglio animata di quella (solo teoricamente tridimensionale) che affliggerà i successivi rifacimenti a 16 bit. Il team di programmazione, molto più ristretto di quelli successivamente incaricati, ebbe anche il buon gusto di limitare la comparsa delle animazioni relative agli interventi dell'arbitro (esasperanti) e l'aggiornamento in diretta dei risultati delle altre partite dei campionati (il che spesso richiedeva una pausa di mezzo minuto). Non un capolavoro, insomma (FIFA Soccer non lo è mai stato), ma un gioco gradevole, troppo caotico per essere considerato simulativo, troppo legnoso per essere arcade, ma almeno capace di non lasciare l'amaro in bocca, come invece è spesso accaduto negli anni a venire: alla fine forse è proprio FIFA 95 il responsabile di una reputazione usurpata in maniera tanto incomprensibile.
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