Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sega Mega Drive
QuackShot Starring Donald Duck
Sega | Disney | Emiko Yamamoto | Muimui | Hiroshi Momota | Masato Ohmori | Keiichi Yamamoto | Ryuu | Tatsuyan | Satman
09 01 2016
Nelle mani sbagliate i platform (quelli di una volta) potevano diventare un esercizio tanto noioso quanto esasperante, l'arma essenziale per penetrare il mercato con poco sforzo e scarso rischio. Disney, con i suoi partner, ha però sempre avuto il buon gusto di trattare l'argomento platform con attenzione e competenza, riuscendo spesso a catturare il momento magico in cui un cartoon prende vita e si trasforma in qualcosa di diverso. QuackShot ne è un esempio evidente, anche perché l'anzianità del progetto (1991, Sega - uno dei primi prodotti Disney per Mega Drive, subito dopo il già ottimo Castle of Illusion con Mickey Mouse in prima linea) rende più marcata la sua vicinanza ai veri cartoni animati e meno elaborato il suo sviluppo come videogioco.
Di grande impatto visivo ma decisamente lento di ritmo, QuackShot non poteva competere con i bestseller del suo stesso genere che spopolavano sulle macchine a 16 bit, almeno come ortodossia e come popolarità di stampa. Sprite principale e figure comprimarie si muovevano infatti a un passo decisamente più tranquillo rispetto a quello di tanti altri concorrenti, anche senza andare a scomodare la velocità iper di un qualsiasi Sonic, tanto per esempio. Quello che QuackShot perdeva in azione pura riusciva però a recuperarlo in versatilità, concedendo nove aree di scena, anche ripetute, tra Paperopoli, Egitto, Messico, Transilvania ecc. e una profondità di esplorazione rara per un gioco di così tanti anni fa, per di più indirizzato a un target tendenzialmente basso di età. Il nostro Paperino, vestito come un Indiana Jones à la DuckTales e come lui alla ricerca di un tesoro segnalato da una misteriosa mappa, può essere infatti trasportato via aereo con grande libertà da un'ambientazione a un'altra e ritorno, alla continua ricerca di oggetti e di suggerimenti indispensabili alla chiusura dei livelli. La possibilità di spostamento lungo la mappa in suo possesso non è però assoluta: le località vengono sbloccate a gruppi e possono essere percorse a piacimento solo per quanto riguarda la sezione esterna, destinando spesso l'annessa parte indoor a una successiva esplorazione.
Lo sprite del nostro eroe è fantastico, forse il migliore mai apparso su Mega Drive, ed è anche animato con sufficiente credibilità. Tutto il resto, dai personaggi secondari ai paesaggi al contorno alla colonna sonora, è di prima qualità, con l'unico problema legato a una eccessiva monotonia degli elementi grafici e dei movimenti: il nostro Donald si limita a caracollare e a saltellare, senza troppe varianti, e i suoi avversari non fanno certo di più, affidando la pericolosità dei loro interventi più alla insistenza dei colpi che all'imprevedibilità. Le stesse armi a disposizione di Donald sono peraltro abbastanza infantili, consistendo in pratica in una pistola che spara sturalavandini dai vari colori, 'bubble gum' e popcorn, più qualche bonus saltuario. D'altro canto le potenzialità della console Sega erano ai tempi ancora inesplorate e non erano certo molti i programmatori in grado di comprenderle, inventandosi qualcosa di davvero articolato (qui alla direzione c'è Emiko Yamamoto, già responsabile per Castle of Illusion e poi alla guida dei Kingdom Hearts per PlayStation). In compenso il controllo sui movimenti è buono, alla faccia delle critiche ricevute, il che contribuisce a rendere il gameplay più gradevole, ma ancora più semplice da affrontare. Stando così le cose la difficoltà e la longevità, mancando tra l'altro un '2-player mode', possono derivare solo da fattori collaterali: come ad esempio l'impossibilità di effettuare salvataggi, escludendo le ripartenze dai checkpoint, il che può risultare infuriante ma rappresenta forse l'unico elemento in grado di rendere plausibile la sfida. In somma: un piccolo grande gioco, come tanti nel catalogo Mega Drive, in grado ancora oggi di sorprendere con il suo approccio immediato e la grafica accurata.
[NO1]