Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sega Mega CD
Ground Zero Texas
Sony | Digital Pictures | Sega | Dwight H. Little | Kenneth Melville | Edward Neumeier | Joshua Stallings | Amanda Lathroum | Mark Klein | Gene Kusmiak
12 09 2015
Una volta superata la contraerea spaziale presente in tanti videogiochi, gli alieni cosa avrebbero dovuto fare per invadere la Terra? Ma ovviamente raggiungere il Texas, località El Cadron, e una volta là acquisire sembianze umane, mediante ricostruzione cellulare di persone fatte sparire e poi fedelmente riprodotte, come nel vecchio film L'Invasione degli Ultracorpi, stabilendo così una testa di ponte per l'attacco finale.
O almeno questo è quello che ritenevano potesse accadere gli autori di Ground Zero Texas (Digital Pictures, 1993; regista Dwight Little, storia a cura di Edward Neumeier, budget da due milioni di dollari). La CIA e il Pentagono in questa fantasiosa storiella entrano immediatamente in scena, chiudendo gli accessi all'area e inviando un commando per selezionare ed eliminare gli obiettivi, senza troppi clamori. L'operazione deve avvenire entro un tempo limite perché, data la gravità della situazione, in caso di insuccesso è pronta addirittura una bomba atomica per chiudere i conti con i malvagi extraterrestri. Il giocatore assume così il ruolo di uno degli elementi del commando, con l'incarico di eliminare il maggior numero possibile di invasori e l'ordine di seguire le indicazioni della centrale di comando, fornita di attrezzature ipertecnologiche. La struttura del gioco non è però quella, davvero lineare, di Lethal Enforcers o di qualsiasi altro sparatutto in soggettiva di quei tempi. Digital Pictures decise infatti di recuperare le linee base di altri suoi film interattivi come Night Trap e Double Switch: anche qui avremo così il classico set di telecamere con cui controllare la situazione della cittadina texana, anche se poi l'intervento risulta più diretto del solito grazie alla presenza di armi laser o affini in ogni postazione e a una gestione più semplice dei fragili marchingegni. Nonostante questo la difficoltà, settata su un solo livello, resta elevata, il che rappresenta l'unico vero fattore di longevità concesso, stante anche una stazza non particolarmente considerevole del materiale filmato.
Quello che succede su schermo, alla fine, non è comunque lontano da quello che accadeva negli shooter da sala basati sulla capacità di maneggiare pistole, fucili o similari, in stile tiro a segno da Luna Park. Ci ritroviamo infatti con piccoli filmati di intermezzo, in cui la trama viene puntualizzata da attori improbabili e attrici strizzate nei loro reggiseni, mentre il grosso della questione si basa su inquadrature fisse in cui entra a turno una sfilza di nemici (il joypad comanda un mirino, ma in maniera non proprio fulminea, bisogna ammetterlo) e qualche figurante capitato da quelle parti per sbaglio. Solo ogni tanto vengono concesse sequenze veramente dinamiche in cui occorre colpire in fretta gli obiettivi in mezzo a una piccola folla. L'effetto è un po' sconcertante, almeno fino a quando i nemici non assumono il vero aspetto di alieni, ma perlomeno le sequenze di gioco, filmate o fisse, hanno il buon gusto di seguire una impostazione random, con posizionamenti continuamente variati. Variazione che rende di sicuro meno monotono un gameplay altrimenti condannato sia dai suoi limiti naturali, nonostante la presenza di una fase investigativa a margine, sia dalla mancanza di finezze di calcolo del punteggio, come p.es. succedeva con i tanti bonus e power-up di Virtua Cop. Questo e la qualità delle immagini, ottime per gli standard Mega CD, unitamente a un accesso al disco molto più rapido del solito, fanno spostare Ground Zero Texas nella categoria dei giochi in Full Motion Video più sensati, testimone tra l'altro di un tempo in cui il termine Ground Zero non rimandava ad eventi più realistici e duri.
[NO1]