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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Bubba N Stix
Core | Simon Phipps | Billy Allison | Mark Watson | John Kirkland
27 08 2015

Stesso destino di tanti altri giochi, trascurati per motivi non coincidenti con qualità e contenuti: Bubba N Stix (Core, 1994) non ha nulla di meno rispetto a titoli più famosi, ma è comunque finito nel dimenticatoio, se mai ne era uscito, al punto di concedere riscontri minimi anche in caso di ricerche in rete. Testimonianza ulteriore del lungo flirt tra Mega Drive e Amiga e probabilmente più popolare sotto questa ultima forma, Bubba N Stix deve essere accostato alle tipiche produzioni per il computer Commodore, con una evidente tendenza al ragionamento obbligato, sprite sovradimensionati e un'ottima interazione con gli elementi degli scenari, ma con poco dettaglio, scenografie non proprio spettacolari e, nel caso specifico, anche una presentazione compromessa dai limiti di memoria delle cartucce, come in quasi tutte le conversioni per console a 16 bit.

Il platform/adventure Core ha insomma poco da spartire con i platform più o meno di azione del catalogo Mega Drive: l'aspetto è plausibile ma non fantasmagorico, il ritmo è blando e le acrobazie si limitano a qualche salto e al superamento di ostacoli improvvisi. La distanza dagli standard Sega si manifesta anche nella caratterizzazione dei protagonisti. Né Bubba né tantomeno l'improbabile Stix potevano essere considerati come icone da dare in pasto ai teenager degli anni novanta, e già questo rappresentava un peccato mortale per un marketing ossessionato dai personaggi fascinosi da rivendere in tutte le salse (in realtà la versione USA venne accoppiata ai buoni premio di una marca di 'bubble gum', ma questo non bastò certo a farne un hit). Bubba, alla fine, è solo un sempliciotto, soprattutto nell'aspetto, a cui è toccato in sorte di venire catturato dagli alieni e da questi trasportato verso un lontano sistema planetario, con conseguente incidente su un altro pianeta e inevitabile fuga insieme al suo strano amico alieno. La trama in effetti è più complessa di quanto possa apparire da questi cenni, ma si porta comunque dietro una tale dose di nonsense da raggiungere un vero e proprio record di inutilità, anche in un ambito già di per sé inutile come quello dei soggetti per videogiochi.

Fatto sta che il terrestre Bubba e il suo compagno di fuga Stix si ritrovano ad affrontare le insidie di cinque diverse aree dello sconosciuto pianeta - poche, ma piuttosto ampie - nel tentativo di riguadagnarsi la libertà. La collaborazione tra i due si rivela subito essenziale, ma è soprattutto Stix a risolvere i problemi contingenti, grazie alla sua struttura corporea da bastone (!). E dopo un primo livello introduttivo o poco più, la natura dei numerosi puzzle cambia, diventando rapidamente più ostica (p. es. nelle prime fasi Stix viene utilizzato solo come piolo in scalate impossibili e come arma contro gli avversari, mentre i suoi incarichi diventano poi sempre più complessi). Già all'altezza dello stage ambientato all'interno di un'astronave ci si ritrova così con missioni al limite dell'impossibile, tra teletrasporti, interruttori, raggi disintegratori, guardie e alieni da raggruppare. I soli cinque livelli concessi non devono quindi trarre in inganno: nonostante il suo aspetto da cartoon buffo Bubba N Stix non è un boccone facile da masticare o appetibile per tutti i palati. Soprattutto quelli abituati ad affrontare ritmi serrati e a portare a termine i giochi in pochi giorni possono trovarsi spiazzati: qui si tratta di digerire situazioni apparentemente senza soluzione, il che conferisce a Bubba N Stix la particolare natura di gioco da recuperare (via password) per intere settimane, senza fretta. Proprio il contrario di quanto avveniva ai tempi con le console e proprio quello che gli ideatori (Simon Phipps in testa) volevano, nonostante il gioco fosse nato in origine come una cupa avventura avente per protagonista un emulo di Indiana Jones e quindi come qualcosa di totalmente diverso dal prodotto definitivo.

[NO1]


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