Sega Mega CD
Double Switch
Sega | Digital Pictures | Mary Lambert | James Riley | Christian Williams | Flint Dille | Ken Soohoo
21 06 2015
Cosa non si farebbe per guadagnarsi una bella recensione sulla Michelin o su un qualsiasi TripAdvisor. Soprattutto se il vostro residence è in un quartiere pieno di loschi figuri, intenzionati a effettuare visite non annunciate a scopo rapina o furto a carico dei vostri residui clienti. Il titolare è però corso ai ripari: o meglio lo ha fatto a modo suo, come aveva già fatto con l'arredamento. L'Edward Arms, a metà strada tra un residence, un hotel e uno di quegli edifici tipicamente americani che riuniscono al loro interno vari appartamenti in affitto, riflette infatti i suoi dubbi gusti, con un'impostazione anni Trenta fuori dal tempo e fuori da ogni tentativo di umana comprensione. Elementi d'epoca e un kitsch americano anteguerra abbondano, accompagnandosi a recuperi di una architettura ancor più datata e francamente bizzarra (il tutto condito da una colonna sonora ispirata all'antico Egitto, come succede anche con molte delle ambientazioni). In questo ambito non sembra fuori luogo che il sistema d'allarme scelto, anche se sofisticato dal punto di vista dell'elettronica, faccia alla fine ricorso a vere e proprie trappole, magari non cruente e spesso anzi dagli effetti comici, simili a quelle che potreste trovare in un qualche castello medioevale.
Il tutto è stato progettato da un tale Eddie, ragazzotto chiaramente esperto di tali impianti ma non abbastanza furbo da evitare di essere rinchiuso dal delinquente di turno all'interno della cantina. Per fortuna la linea telefonica funziona ancora ed Eddie potrà quindi chiedere aiuto a un suo amico (il giocatore), istruendolo sul funzionamento del sistema anti-intrusione in modo da evitare l'invasione del fabbricato da parte di un plotone di malintenzionati, col nostro hotel che sembra rappresentare la principale attrazione per i fuorilegge della città. Il tutto pare comunque ruotare, confusamente, intorno alla presenza in loco di un manufatto egizio, attualmente nelle mani di due delle residenti, ma appetito da un vecchio sicario della mafia cittadina (inseguito a sua volta dai suoi colleghi gangster e da altri individui ancora più misteriosi e maldestri). Accanto a questa particolare fauna ritroviamo una non meno fantasiosa accolita di inquilini, da componenti di una band glam rock a studentesse d'arte a bionde fatali ad ambigui tecnici della manutenzione a una concierge stranamente vestita che si rivelerà essere interpretata da Debbie Harry (ex-cantante dei Blondie in parrucca da Cleopatra, evidentemente già in crisi di contratti discografici).
Il gameplay di Double Switch resta quello tipico dei 'Full Motion Video game' che allora andavano di moda, con filmati sempre uguali che vengono però legati in modo diverso a seconda delle scelte fatte dal giocatore. Ogni volta che un intruso entra in una stanza, segnalato da una spia all'interno della mappa e inquadrato dalla telecamera di controllo, al sostituto del povero Eddie toccherà così entrare in azione. Per farlo in modo corretto ci vuole un certo tempismo, crescente man mano che si progredisce nella storia, come ci vuole pure un buon colpo d'occhio, in modo da individuare il momento in cui il cattivo di turno tocca la sezione di pavimento corrispondente al raggio di azione della trappola. Niente che si allontani troppo da quanto accadeva nel precedente classico FMV di Digital Pictures (Night Trap), ma con qualche miglioramento. La presenza di una mappa di rilevazione, per esempio, evita il continuo ricorso alle telecamere e alla ricerca casuale di avversari da inquadrare, mentre la necessità di attivazione o disattivazione preventiva delle trappole richiede una precisione manuale inedita.
Aggiungiamo a questo una migliore realizzazione dei filmati (meno sgranati e più fluidi grazie all'allora nuovo brevetto Cinepak di Digital Pictures), tempi di caricamento dal CD più veloci, un'area di gioco più ampia, un ritmo molto più intenso, un buon cast e una recitazione decente (il che non guasta), maggiore imprevedibilità, più missioni da svolgere, finali multipli e variazioni di trama, una storia in tre atti (con un terzo che si rivela difficile da affrontare e risolvere e che spesso porta al game over prematuro) stile vecchio film noir e una colonna sonora finalmente brillante. Double Switch (1993: regia di Mary Lambert, musiche di Thomas Dolby, soggetto di James Riley, produzione di Paul Levin e Dena Maheras) è insomma simile al suo predecessore, ma di questo riesce a migliorare tutti i tratti fondamentali. Certo, quando si va a stringere è poco più di un 'reaction game' - quasi un film interattivo che, come il predecessore, per essere affrontato richiede dosi massicce di memoria e pazienza. Ma di questa categoria ormai scomparsa rappresenta uno degli esempi meno limitati, consentendo così un approccio ancora plausibile e qualche momento di sano divertimento anche a chi di 'Full Motion Video game' non ha nemmeno sentito parlare.
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