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Nyabot Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21 dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre da cui era improvvisamente spuntato. Se lo incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da lanciare all'indirizzo dei curiosi...

Commodore VIC-20
Jelly Monsters
Commodore
19 04 2015

La storia di Jelly Monsters è quantomeno complessa e rappresenta uno degli argomenti di maggior interesse tra quelli prediletti dagli storici del VIC-20. C'è chi è pronto a giurare che il gioco sia stato scritto da HAL e chi adotta una certa cautela in merito, tirando in ballo altri possibili sviluppatori, ma l'alone di mistero riguarda principalmente la licenza.

Sembra ormai certo che Jelly Monsters sia originariamente uscito in Giappone con il nome di Pac-Man e una legittima licenza ufficiale, per poi esser traghettato in Occidente con il suddetto titolo di Jelly Monsters (e una copertina inguardabile) al fine di non indispettire troppo rapidamente Atari, detentrice dei diritti sugli adattamenti domestici di Pac-Man al di fuori della Terra del Sol Levante. Non troppo rapidamente, già: le reazioni della compagnia statunitense erano infatti state preventivate comunque, a dispetto del cambiamento del nome, e non mancarono di arrivare, anche se con un certo ritardo. Un ritardo che permise a Jelly Monsters di trainare il VIC-20 e vendere vagonate di copie prima di essere ritirato, modificato qua e là e poi ripubblicato come Cosmic Cruncher.

Al di là di quella che è la sua travagliata epopea, a ogni modo, Jelly Monsters si fa notare soprattutto per la sorprendente prestazione che è in grado di offrire. È chiaramente superiore alla conversione ufficiale per Atari 2600 (il che non vuol dire granché, in effetti) ed è un prodotto incredibilmente curato ed estremamente divertente. Lo schiacciamento della grafica, tanto per cominciare, non incide negativamente sul layout del labirinto come accade in altri adattamenti: ciò è dovuto allo sfruttamento della maggior parte dello spazio concesso dallo schermo, già di per sé considerabile una prova di abilità di non poco conto. Gli sprite sono inoltre enormi e, a dispetto di qualche prevedibile sfarfallio, somigliano in modo stupefacente alle relative controparti da sala, ridicolizzando ancora una volta quanto fatto da Atari sul 2600 e, seppure in misura minore, sullo stesso VIC-20. Il sonoro, da parte sua, viaggia sugli stessi livelli di ammirevole fedeltà.

Dove Jelly Monsters piazza il suo definitivo colpo vincente, però, è nel campo della giocabilità. Il sistema di controllo risponde a meraviglia, il ritmo è sostenuto, il tasso di difficoltà (tutt'altro che trascurabile) incita a tentare continuamente di migliorarsi e l'azione mima in maniera efficace quella apprezzabile sul coin-op. Le traiettorie seguite dai fantasmi, a voler essere pignoli, non sono aderenti in tutto e per tutto a quelle tracciate dagli spettri in sala giochi, ma si tratta in fin dei conti di una piccolezza (non per i fan più sfegatati di Pac-Man, OK, ma non si può aver tutto dalla vita!) che Jelly Monsters si fa perdonare abbondantemente grazie al divertimento che riesce a regalare sin dalla prima partita. In breve, un piccolo grande capolavoro su una piccola grande macchina; è un vero peccato, quindi, che riuscire a mettere le mani su una copia completa di Jelly Monsters stia diventando sempre più difficile.

[Nyabot]


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