Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Atari 800
Floyd of the Jungle
MicroProse | Sid Meier
23 11 2014
Prima di poter diventare una leggenda bisogna fare un po' di gavetta, imparare le basi del mestiere, comprendere i propri limiti e trovare il modo migliore per superarli. Bisogna farsi le ossa, in breve, e ciò vale per chiunque, ivi incluso Sid Meier. Del resto non si può pensare che in una bella mattina soleggiata il geniale game designer si sia alzato dal suo letto e abbia dato vita a Gunship, Pirates! o Civilization a partire dal nulla più assoluto, in un semplice impeto di creatività. Ci vuol metodo per queste cose, è risaputo. E ci vuole un passato di giochi meno ambiziosi, ma ugualmente importanti lungo il cammino verso la gloria. Giochi come Floyd of the Jungle, insomma.
Originariamente realizzato con l'impiego del solo BASIC e successivamente ripubblicato in una seconda versione, che è poi quella in esame, ricca di migliorie e riscritta in linguaggio macchina, Floyd of the Jungle è uno spassoso titolo competitivo in cui il giocatore è chiamato a misurarsi contro tre avversari in una corsa al recupero di una fanciulla smarritasi nella giungla. La gara, se così è possibile chiamarla, prende la forma di un classico gioco di piattaforme in cui è necessario balzare di sporgenza in sporgenza, arrampicarsi sulle immancabili liane ed evitare innumerevoli avversari, tra i quali figurano alligatori ed elefanti.
Il passaggio dal livello corrente al successivo avviene soltanto se il giocatore raggiunge per primo la ragazza, ma la competizione non è focalizzata sul singolo quadro: tiene invece in considerazione tutti i passaggi ed è basata su una classifica a punti. Per incrementare il proprio bottino, fortunatamente, non si può contare soltanto sulla velocità, ma anche sulla raccolta di uccelli e pigmei che vanno a innalzare il punteggio.
Tra i punti di forza di Floyd of the Jungle vanno annoverati il design dei livelli, davvero ingegnoso, e la discreta reattività dei controlli, ma il vero colpo di genio sta nella presenza di una modalità per quattro giocatori. Prendendo parte all'avventura in compagnia degli amici il divertimento sale alle stelle, come prevedibile, ed è persino possibile assegnare degli handicap ai partecipanti più abili per offrire eque chance di vittoria a tutti gli avventurieri e non scoraggiare i neofiti. La grafica e il sonoro potranno anche essere elementari, a ben vedere, ma Floyd of the Jungle non ne risente ed è ancora in grado di regalare intensi pomeriggi di salti e arrampicate.
[Nyabot]