Dopo aver fondato A.Rea. 21 insieme a NO1 e
LH3CT, Shrapnel ha svolto il lavoro di mantenimento
del sito fino alla chiusura dello stesso e ne ha poi
curato la riapertura. Ha scritto su Super Console, Mega
Console, Videogiochi e PSM, ha gestito per due anni e
mezzo un negozio di videogiochi e ha lavorato come
game designer e sceneggiatore su uno sparatutto per PC
intitolato Steel Saviour. Ha inoltre scritto per un paio
di riviste cartacee dedicate agli utenti iOS e macOS.
Sega Mega CD
Bari-arm
Big Fun Games | Human | Bari-arm Project Team | Hiroshi Taniguchi | Hiroshi Ichikawa | Keisuke Ohuchi | Jun Hirata
04 09 2014
Poco noto e altrettanto poco apprezzato sin dall'epoca ormai remota della sua uscita, Bari-arm sembra soffrire di una curiosa crisi d'identità che parte addirittura dal titolo del gioco. Laddove la confezione di questa versione occidentale (statunitense, per la precisione) riporta un pomposo Android Assault: The Revenge of Bari-arm, infatti, la schermata iniziale - l'unica a far testo secondo le 'regole interne' di A.Rea. 21 - si limita a riproporre il nome giapponese, ovvero un ben più semplice Bari-arm. Niente di strano, in fin dei conti: probabilmente gli sviluppatori non hanno ritenuto opportuno investire del tempo per modificare l'immagine di apertura, visto il basso profilo tenuto da Bari-arm negli Stati Uniti. Ma questo è solo l'inizio della piccola crisi d'identità di cui s'è detto poc'anzi.
Bari-arm, infatti, non sembra propriamente un gioco concepito per girare su CD. La struttura è quanto di più classico ci possa essere per uno sparatutto a scorrimento orizzontale e avrebbe probabilmente trovato posto anche su una (grossa) cartuccia, sacrificando ovviamente le scene di intermezzo, i brani musicali e le voci inserite per giustificare l'adozione del supporto ottico. Come nel caso del titolo, però, anche stavolta non ci si trova di fronte a nulla di scandaloso: molti dei primi giochi distribuiti su CD ricorrevano alla stessa formula e un buon prodotto, in fin dei conti, non ha bisogno di lustrini e festoni per divertire. Al che, prevedibilmente, una domanda sorge spontanea: Bari-arm è un buon prodotto?
Checché se ne sia pensato all'epoca, in effetti lo è. La grafica, tanto per cominciare, si rivela all'altezza del suo compito pur senza proporre effetti speciali degni di nota ed esagerati sfoggi di fantasia. È colorata, piuttosto dettagliata e disegnata con gusto e tanto basta a renderla gradevole, nonostante i fondali siano a volte un po' troppo affollati e confondano le idee al giocatore. La colonna sonora, da parte sua, non è tra le migliori nell'ambito del Mega CD, ma rimane apprezzabile ed è fracassona al punto giusto, com'è d'uopo per uno sparatutto.
È nelle meccaniche e nello svolgimento, comunque, che Bari-arm ha i suoi più cospicui punti di forza. Il ritmo relativamente basso lo differenzia egregiamente dalla concorrenza e il sistema d'armamento, che propone quattro diversi strumenti offensivi potenziabili tramite le immancabili capsule e una navetta capace di trasformarsi in un mech una volta raggiunto il massimo grado dell'arma attuale, funziona più che bene. Evitando di sparare a casaccio, inoltre, si può assistere al riempimento di una barra che può donare un'utile carica aggiuntiva al colpo successivo.
Bari-arm non stupisce dal punto di vista tecnico e non inventa praticamente nulla di nuovo, ma questo non significa che sia un titolo da dimenticare. Tutt'altro: intrattiene senza frustrare (non è di certo un degli sparatutto più difficili dell'epoca), mette in mostra livelli tanto lunghi quanto interessanti e consente di affrontare boss davvero ben pasciuti. Niente di meglio per passare un pomeriggio soddisfacente di fronte al Mega CD, insomma, soprattutto alla luce della penuria di prodotti realmente validi a disposizione dell'utenza della sfortunata periferica Sega.
[Shrapnel]