NEC PC Engine
Rastan Saga II
Taito
31 07 2014
Rastan Saga II è un gioco moderatamente atroce, si sa, ma... a me è sempre piaciuto. E non poco! È una sorta di piccola perversione personale, un inconfessabile segreto che è rimasto nell'ombra, celato agli occhi di chiunque, sino a qualche istante fa. Ora lo sapete tutti e, in effetti, un po' me ne vergogno. Ma le cose stanno così, non posso farci niente: non riesco a condividere l'odio generalmente riversato su Rastan Saga II dagli addetti ai lavori e dai giocatori.
Il problema principale di Rastan Saga II è noto e ha un nome ben preciso: Rastan. Il capostipite della serie è ancor oggi uno dei giochi d'azione più amati dai retrogamer e le ragioni di cotanta popolarità abbondano. Rastan può infatti vantare una veste grafica spettacolare, un uso del colore magistrale, una colonna sonora memorabile e una struttura di gioco avvincente e rifinita con gran mestiere. Rastan Saga II, al contrario, non offre nulla di tutto ciò.
La grafica, tanto per cominciare, genera discrete aspettative in virtù dei suoi grossi sprite, ma non mantiene nessuna delle sue promesse. Le animazioni sono approssimative, i colori sono spesso troppo smorti per riuscire a entusiasmare e i fondali mancano clamorosamente di quella cura per i particolari che permette al primo Rastan di guardare sprezzantemente dall'alto la maggior parte della concorrenza. Non va meglio, purtroppo, dal punto di vista del sonoro. L'epico accompagnamento musicale del primo capitolo della saga è soltanto un ricordo lontano, sostituito in questa occasione da brani scialbi ed effetti banali.
Rastan Saga II, a questo punto, potrebbe ancora compiere un ultimo sforzo disperato e recuperare il terreno perso nei confronti del suo predecessore ricorrendo a un gameplay di prim'ordine, ma sembra non voler neanche tentare questa impresa disperata. Il risultato è una meccanica di base che, in teoria, riprende quella di Rastan, ma che in realtà ne stravolge in buona parte la sostanza. Il ritmo è lento e compassato, l'enfasi sull'accuratezza dei salti viene messa in secondo piano, i controlli non sono un fulmine di guerra (anzi...), le armi aggiuntive non danno alcuna sensazione di devastante potenza e l'andazzo generale è quello di una molle avanzata verso la fine del livello, senza che ci si debba curar troppo degli impatti con gli avversari, laddove il primo Rastan obbligava a ponderare e misurare ogni singolo passo.
Eppure, come ho avuto modo di affermare in apertura, a me Rastan Saga II non dispiace affatto. Il suo incedere letargico, in un certo qual modo, mi rilassa e, anche se ciò non va d'accordo con quello che dovrebbe essere lo spirito di un gioco d'azione, non mi dispiace abbassare i toni di tanto in tanto e Rastan Saga II esaudisce pienamente tale desiderio. Inoltre mi piace pensare che i disgraziati avversari del barbaro non siano così brutti semplicemente perché disegnati da una mano pigra o inesperta, ma perché volutamente mostruosi e spaventosi, figli di un potere superiore di indubbia malvagità e con un'ovvia vocazione per l'indiscriminata diffusione del terrore tra il popolo. Rastan Saga II, infine, ha ai miei occhi il pregio di filar via in maniera innocua e inoffensiva, senza troppi intoppi e con un pizzico di inspiegabile fascino. È impossibile non vederne gli infiniti difetti ed è altrettanto difficile cercare di giustificarne la pochezza sotto parecchi punti di vista, ma in fin dei conti intrattiene con insospettabile efficacia e finisce quindi per assolvere (fortunosamente e per il rotto della cuffia?) al suo compito. C'è di meglio in giro, chiaramente, ma c'è anche di molto peggio.
[Shrapnel]