Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Atari Lynx
Double Dragon
Telegames
27 07 2014
Dopo una prima rapida occhiata alla versione Lynx di Double Dragon non si può fare a meno di pensare di esser stati tratti in inganno dalla propria vista: non può esser vero, tutto quel ben di Dio non può essere offerto da una piccola console portatile. Il Lynx, tra l'altro, è stato bistrattato per anni e ciò acuisce il timore di aver 'visto male', di aver preso lucciole per lanterne. Quegli sprite giganteschi e incredibilmente simili alle relative controparti da sala e quei fondali così colorati e dettagliati non possono 'girare' davvero sullo schermo del portatile Atari. Insomma, ci ripetiamo: sembra tutto troppo bello per esser vero. E in effetti è così.
Per carità, lo spettacolo messo in scena da Double Dragon sul Lynx è di quelli che lasciano a bocca aperta, principalmente in virtù delle già citate enormi dimensioni degli sprite. Sin dalla scena iniziale, nella quale i cattivi di turno prendono a pugni e rapiscono la fidanzata del protagonista, gli echi dell'originale da sala si manifestano con prepotenza e lasciano presagire una conversione inarrivabile per la maggior parte delle piattaforme domestiche dell'epoca. Non appena ci si mette ai controlli e il gioco inizia a muoversi, però, il castello di carte edificato da Telegames crolla miseramente.
La stupefacente grandezza degli sprite, tanto per cominciare, è frutto di un'inquadratura estremamente ravvicinata che non consente di vedere neanche la metà dell'area di gioco in cui ci si trova. Ciò si rivela ben presto assai scomodo, in particolare quando si vuol dare un'occhiata con un minimo di anticipo a quel che sta per piombare addosso al protagonista. La superficie calpestabile, inoltre, è visibilmente ridotta rispetto a quella apprezzabile nel coin-op, il che si risolve in un controproducente affollamento che ai livelli di difficoltà più elevati fa sì che gli avversari possano prendere a sberle l'eroe praticamente senza soste.
Per difendersi da quest'ultima eventualità ci sono calci, pugni, gomitate, testate e prese, proprio come nel gioco da bar, ma la conversione per Lynx non brilla neanche sotto questo punto di vista. I controlli, infatti, non sono sufficientemente reattivi e quel che è peggio è che mancano le combinazioni che hanno fatto la fortuna del sistema di combattimento del coin-op. Le gragnole di colpi, in pratica, non portano a una vera concatenazione e a un crescendo degli stessi, ma consistono nella banale (nonché lenta) ripetizione dello stesso calcio/pugno sino all'atterramento dell'assalitore. È ancora possibile raccogliere le armi lasciate al suolo dagli avversari abbattuti e l'atmosfera, in fin dei conti, è quella dell'originale, del quale viene proposta una ragionevole reinterpretazione del tema musicale, ma Double Dragon non appare decisamente al meglio della forma sul Lynx e si configura come un'occasione sfruttata piuttosto maldestramente.
[Nyabot]