Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Atari 800
Rally Speedway
Adventure International | John Anderson
18 07 2014
Presentarsi in modo umile costituisce spesso il migliore dei modi per sorprendere un po' tutti quando in seguito, senza che nessuno se lo aspetti, si riesce a fare qualcosa di eccezionale. Ciò vale tanto nella vita di tutti i giorni quanto nel più ristretto ambito dei videogiochi e Rally Speedway abbraccia in pieno tale filosofia, con gran scorno di chi pensa che la grafica sia tutto. È inutile negare, d'altro canto, che Rally Speedway non rappresenti esattamente il massimo di quanto i computer Atari a 8 bit possono offrire in termini di grafica; è semmai vero il contrario, dato che al buon uso del colore fanno da contraltare elementi disegnati con un tratto piuttosto crudo. Ma in Rally Speedway c'è ben più di quanto si potrebbe immaginare a una prima occhiata.
Il gioco di John Anderson è il classico titolo di guida inquadrato dall'alto e offre due modalità distinte. La prima è dedicata ai lupi solitari e mette il giocatore a confronto con il cronometro: si corre da soli, in pratica, tentando di stabilire il miglior tempo sul giro. Nella seconda modalità è invece possibile affrontare un amico e in questo caso Rally Speedway si presenta un po' come un antesignano della serie Micro Machines, giunta al successo moltissimo tempo dopo l'uscita di questa cartuccia per Atari 400, 800, XE e XL.
Il modello di guida di Rally Speedway, a ogni modo, rispecchia la semplicità adottata dal gioco relativamente alla grafica e al sonoro. Sono disponibili due sistemi di controllo differenti, con sterzo relativo e assoluto, ma la funzione del pulsante di fuoco rimane sempre la stessa e non è, come si potrebbe pensare, quella di accelerare, bensì di frenare e permettere di controllare più facilmente le vetture in curva. Bisogna fare un po' di pratica prima di riuscire a venire a patti con l'inusuale natura dei comandi, ma con un minimo di apprendistato è possibile raggiungere il pieno controllo delle auto in ogni situazione. O quasi...
Rally Speedway, infatti, non si limita a prendere il giocatore e piazzarlo sul classico nastro di asfalto, le cui reazioni al contatto con le gomme sono più o meno prevedibili. È invece possibile cincischiare con un set di opzioni che consentono di alterare praticamente ogni parametro del gioco, dal tipo di strada (asciutta, bagnata o ghiacciata, con le ovvie differenze di aderenza) alla velocità massima e all'accelerazione (automatica, è bene ricordarlo) delle vetture. Si possono poi rendere innocui gli ostacoli a bordo pista, magari per semplificare la vita ai principianti, ma ciò equivale a rinunciare alla raffinata animazione che segue gli scontri più duri e che vede la vettura prender fuoco e il pilota, anch'egli in fiamme, abbandonare in fretta e furia il rottame per poi rotolarsi a terra nel frenetico tentativo di spegnere il rogo in cui si sta trasformando la sua tuta.
L'unico difetto imputabile a Rally Speedway, in teoria, andrebbe ricercato nella presenza di due soli tracciati. I caricamenti immediati da cartuccia sono un lusso da non trascurare, ma obbligano a sottostare ai ridotti spazi di stoccaggio del supporto in questione e il risultato è per l'appunto la penuria di piste. Fortunatamente, però, si tratta di un problema aggirabile con un pizzico di pazienza e qualche sessione di studio del manuale, dato che Rally Speedway include un editor di tracciati (occhio, si parla di un gioco del 1983!) che ne sancisce definitivamente la netta superiorità rispetto alla maggior parte della concorrenza dell'epoca.
[Nyabot]