Alle soglie degli 'anta, Dan Hero resta un giovane vecchio
con lo sguardo e il cuore immutabilmente fissi al passato.
Da una decade circa ospite non gradito sulle pagine di TGM,
snocciola mensilmente sermoni irremediabilmente noiosi riguardo
quanto meravigliosi fossero i videogiochi dei bei tempi andati,
coltivando nel contempo il sogno di fondare una software house
nichilista e creare titoli nati vecchi che nessuno giocherà.
NEC PC Engine
Legend of Hero Tonma
Irem
19 04 2014
A volte non importa quanto cerchi di mascherare la tua identità: quello che sei veramente spunta sempre fuori. Guarda Irem nel 1989, ancora tronfia del successo mondiale di R-Type. Il suo Legend of Hero Tonma raggiunge le sale giochi grazie alla sfruttatissima scheda M72 in un indaffaratissimo 1989 ma, come nell'ottimo Ninja Spirit un anno prima, non riesce a nascondere sotto la grafica colorata e i salti vertiginosi la vera ispirazione della softco nipponica. Si tratta di un gioco particolare, in equilibrio tra i platform e gli sparatutto - genere, quest'ultimo, che in quegli anni era impresso a fuoco nel DNA di Irem. Si spara tantissimo, l'armamento progressivo è vitale per affrontare le situazioni più caotiche e il mago Tommy è in grado di coprire l'intero schermo con un salto, garantendo una verticalità fuori della portata di titoli apparentemente simili come Ghouls'n Ghosts e Wardner. Anche perché, a differenza di Arthur e altri colleghi contemporanei, a Tommy basta essere colpito una volta per mordere la polvere: niente mantelli magici o armature che ti lasciano in boxer contro le forze del male.
Irem converte il gioco su PC Engine due anni dopo in un'opera particolarmente fedele sotto l'aspetto ludico, un po' meno per quanto riguarda la presentazione. Se R-Type aveva stregato tutti con la sua fedeltà, sebbene frammentata in due Hu-Card, Tonma scende a compromessi presentando fondali decisamente meno particolareggiati e qualche taglio qua e là nelle animazioni, dalle monete rotanti ai teschi sullo sfondo del combattimento contro il primo boss, qui totalmente immobili. C'è anche qualche rallentamento nei momenti più congestionati, ma non è nulla di eccessivo; per lo meno non ai livelli di Narazumono Sentou Butai Bloody Wolf. A parte questo, la palette cromatica è più accesa e (opinione personale) piacevole rispetto a quanto visto in sala giochi, mentre le colonne sonore, diverse a seconda del livello, svolgono egregiamente il loro lavoro. Come valore aggiunto, Tonma viene convertito solo su PC Engine, sebbene un adattamento fosse in programma su NES nel 1990, ma purtroppo non vide mai la luce.
Il vero punto debole del gioco, paradossalmente, è la fedeltà al fratellone a gettoni: in sala giochi Tonma era un gioco difficile, ancorato agli stilemi dell'epoca, come l'azzeramento del sudatissimo - e a volte indispensabile - arsenale con la perdita di una vita. Nella versione casalinga non si fanno sconti, a parte fornire un numero infinito di crediti con cui continuare a oltranza. Irem aveva fatto di meglio con Ninja Spirit creando il PC Engine Mode, dove il personaggio principale non muore più al minimo contatto con i nemici, ma ha a disposizione una ben più permissiva barra energetica. Nell'avventura di Tommy, questa spietatezza rende la curva di apprendimento frustrante attraverso i sette stage che compongono il gioco, senza però offrire particolari stimoli. Sebbene il giocatore possa muoversi liberamente per i livelli, prerequisito indispensabile per navigare il dedalo del quinto, questi non nascondono aree segrete, banalizzando ogni stage in una inevitabile (e poco interessante) corsa verso il boss di turno. Tonma funzionava bene in sala giochi, meno su PC Engine, dove l'unico extra è rappresentato da un misero sound test; tuttavia rimane un interessante acquisto per chi ha lasciato il cuore (e una valanga di gettoni) nel coin-op.
[Dan Hero]