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Nyabot Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21 dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre da cui era improvvisamente spuntato. Se lo incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da lanciare all'indirizzo dei curiosi...

Atari 2600
Enduro
Activision | Larry Miller
15 06 2014

Il primo impatto con Enduro può lasciare piuttosto perplessi, è inutile negarlo. È vero che negli approcci ai giochi per Atari 2600 è insensato aspettarsi meraviglie audiovisive, ma il paesaggio spoglio di Enduro spinge inizialmente a pensare a un titolo ridotto all'osso sotto tutti i punti di vista. La strada scorre con fluidità e rapidità, in effetti, e le vetture schizzano via a destra e a manca con buon piglio, ma il compito di richiamare la realtà spetta più che altro a un fondale a dir poco minimalista, che non riesce quindi nel migliore dei modi nel suo compito. Per fortuna, però, Enduro ha ben altri assi nella manica e non impiega molto a rivelarsi per quel che è, ovvero il miglior gioco di guida in assoluto su Atari 2600.

Le premesse di Enduro sono tanto semplici quanto intriganti: per farla breve, bisogna affrontare una gara di resistenza suddivisa in giornate e per ciascuna di esse è necessario superare un certo numero di vetture, pena l'esclusione dalla competizione. La strumentazione indica costantemente il giorno di gara, la quota di auto da lasciarsi alle spalle (aggiornata in tempo reale) e la distanza percorsa, così da consentire di valutare la situazione in ogni istante con un solo colpo d'occhio. I sorpassi da portare a compimento sono sempre in tripla cifra (200 per il primo giorno, 300 dal secondo in poi), il che può far sembrare la vittoria un'impresa impossibile, ma gli avversari viaggiano solitamente in gruppo e con un po' di pratica è possibile zigzagare tra loro senza troppi problemi, almeno sino a quando non diventano particolarmente veloci e cocciuti (il che accade progressivamente, man mano che i giorni di gara si susseguono). Il sistema di controllo è ineccepibile in termini di funzionamento e accuratezza: impattare contro una vettura avversaria provoca 'soltanto' una perdita di tempo prezioso, ma gli incidenti dipendono sempre e comunque dalle distrazioni del giocatore e non possono mai essere imputati ai comandi.

A far dimenticare l'apparente semplicità grafica di Enduro, a ogni modo, non è soltanto la sua enorme giocabilità. Il successo dell'opera di Larry Miller, infatti, dipende in larga parte dalla fantastica alternanza delle condizioni atmosferiche e dalla spettacolare simulazione del passaggio del tempo. Con l'accumularsi dei chilometri il giorno lascia il posto al tramonto e poi alla notte (durante la quale le luci posteriori sono gli unici elementi visibili delle altre vetture), seguita dall'immancabile alba che segnala l'imminente fine della tappa e decreta quindi il fallimento in caso di sorpassi insufficienti. E non è tutto: di punto in bianco ci si può ritrovare a dover guidare sul ghiaccio, con gli ovvi problemi di aderenza, o nella nebbia, con una visuale drasticamente ridotta e con le altre auto nuovamente invisibili, fatta eccezione per le loro luci rosse e arancioni. Accorgimenti ai confini con la fantascienza, nel remoto 1983 in cui Enduro è stato pubblicato, e ancor oggi sfiziosi e pienamente capaci di arricchire oltre ogni dire un titolo già di per sé solidissimo.

[Nyabot]


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