Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Apple II
Gauntlet
Mindscape
12 01 2012
La 'guerra dei formati', negli anni 80, era una cosa seria e si svolgeva principalmente tra i possessori degli home computer a 8 bit più diffusi in Occidente. I campi di battaglia erano numerosi e andavano dalle esclusive disponibili su ciascuna macchina alle conversioni dei giochi da bar più popolari, della cui (presunta) fedeltà sul computer d'elezione si sarebbe potuto parlare per ore in compagnia di appartenenti alla stessa fazione e detrattori. Potrà sembrare strano, al giorno d'oggi, ma avere o non avere un adattamento domestico del coin-op del momento poteva fare davvero la differenza per un home computer e per la software house incaricata delle conversioni, il che portava spesso programmatori, grafici e musicisti a doversi imbarcare in trasposizioni al limite del possibile pur di aggiungere una voce positiva al bilancio dei loro datori di lavoro. Indipendentemente dalla loro qualità, infatti, le conversioni da coin-op finivano quasi sempre per dominare le classifiche di vendita, ma non è dato sapere se lo stesso sia avvenuto con Gauntlet per Apple II: a noi di A.Rea. 21 manca qualsiasi informazione in merito, ma ciò che possiamo affermare con certezza è che l'adattamento in esame faceva parte delle imprese impossibili citate qualche riga più in alto.
Gauntlet, perlomeno in sala giochi, era un titolo coloratissimo, frenetico, vasto, movimentato, acusticamente sorprendente, pieno zeppo di avversari estremamente infidi e studiato per essere affrontato da quattro giocatori in contemporanea, e nessuno di questi elementi andava particolarmente d'accordo con l'hardware dell'Apple II. E così, procedendo nello stesso ordine poc'anzi enunciato, la conversione sull'home computer di Jobs e Wozniak finì per mettere in campo la solita (striminzita) manciata di tinte stilisticamente discutibili, un ritmo lontanissimo da quello dell'originale, un'ampiezza tutto sommato accettabile, una lentezza da primato nel novero delle conversioni domestiche del coin-op più quotato dell'epoca, un comparto audio imbarazzante, una serie di nemici apparentemente afflitti da letargia e una modalità per due soli giocatori in simultanea, ulteriormente inficiata dall'obbligo di utilizzare la tastiera imposto a tradimento al secondo partecipante all'esplorazione delle segrete.
Più che una vera e propria conversione dell'originale da bar, insomma, Gauntlet per Apple II ne costituiva una copia sbiadita e annacquata, ma ciò non gli impediva di assolvere comunque al suo compito. Tutti gli elementi di base del coin-op rispondevano in fin dei conti all'appello anche sull'home computer di casa Apple: era ancora possibile scegliere il proprio eroe tra i quattro della macchina da sala, il fascino delle ambientazioni da esplorare era in buona parte intatto e l'ottima sensazione di progresso offerta dall'avanzamento tra i livelli rendeva il tutto molto appassionante, anche in assenza di una componente audiovisiva di prim'ordine e di un'andatura adeguatamente incalzante. C'era di meglio in giro, in breve, ma anche di molto peggio, e quindi si poteva tranquillamente fare lo sforzo di accontentarsi.
[Nyabot]