Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Apple II
Lady Tut
Progame | Greggy
26 10 2014
Com'è facile intuire dal titolo e dalle foto visibili in coda all'articolo, Lady Tut è fondamentalmente un incrocio tra Lady Bug e Tutankham. Si potrebbe quindi cedere alla tentazione di accusarlo di plagio, ma si commetterebbe un errore piuttosto grave. Fondere le meccaniche dei due giochi citati poc'anzi, del resto, non è di certo un'operazione semplice, perlomeno se si nutre la speranza di farlo bene e senza snaturare ciò che li ha resi e li rende tuttora speciali. Lady Tut, però, riesce fortunatamente in tale compito e, a dispetto di una realizzazione tecnica che paga pegno alle limitazioni dell'Apple II, risulta sorprendentemente godibile.
L'esploratore che si interpreta nel gioco ha un solo obiettivo: esplorare nove tombe egizie, recuperare le chiavi necessarie a superare ciascuna di esse e raggiungere il sarcofago di Lady Tut. Ma, tanto per cambiare, si tratta di un'impresa più facile da descrivere che non da portare a compimento. L'eroe del gioco, tanto per cominciare, intraprende la sua ricerca senza uno straccio di armamentario difensivo: può quindi spostarsi nelle quattro direzioni principali per sfuggire alle creature che popolano le tombe, ma non ha alcun mezzo per eliminarle. Vanno obbligatoriamente riconosciute come un'autentica benedizione, di conseguenza, le sezioni girevoli che costellano le pareti degli scenari: grazie a esse, infatti, non è soltanto possibile avviarsi verso zone dei labirinti apparentemente inaccessibili, ma si può anche chiudere la strada ai mostri lanciati sulle tracce dell'esploratore. Questi può chiaramente sperare in un'aspettativa di vita più lunga una volta guadagnato il diritto a impiegare una potente pistola, ma ciò non risolve in un sol colpo tutti i problemi dell'ardito eroe: l'arma può sparare soltanto in orizzontale, verso destra o sinistra, e dev'essere attivata tramite la raccolta di antichi gioielli (solitamente circondati dagli avversari).
La profondità di Lady Tut non è da primato, come dovrebbe essere ormai chiaro, e la presenza di soli nove livelli non fa brillare il gioco prodotto da Progame neanche in termini di longevità, ma ciononostante non si può fare a meno di apprezzare ogni istante della caccia al leggendario sarcofago. Merito di un sistema di controllo sufficientemente pronto, anche se un po' rigido, e soprattutto dell'esemplare bilanciamento dell'avventura. La raccolta degli oggetti, la ricerca delle chiavi, la pianificazione dei percorsi migliori, l'uso efficace delle porte girevoli e gli inseguimenti al cardiopalma si spartiscono la scena in egual misura e danno vita a un'esperienza tanto immediata quanto avvincente, nonché inaspettatamente diabolica una volta varcata la soglia dell'ultimo livello.
[Nyabot]