Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Amstrad CPC
Rolling Thunder
U.S. Gold | Tiertex
08 09 2007
Agghiacciante: non ci sono altre parole per descrivere Rolling Thunder sul CPC. E, a ben vedere, non varrebbe neanche la pena di spenderne altre, tale è lo scempio fatto da Tiertex del magnifico coin-op targato Namco. Un coin-op a dir poco essenziale per la storia dei videogiochi, successivamente ripreso in mille salse e saccheggiato di tutti i suoi elementi di base al fine di consolidare il genere dei giochi di piattaforme d'azione. Un coin-op purtroppo irriconoscibile nella sua trasposizione sul CPC, tanto maldestra da risultare un insulto all'originale da sala.
In Rolling Thunder, come ben sapranno gli amanti della macchina da bar, si salta da una parte all'altra dello scenario e si spara all'indirizzo degli esponenti di una potente organizzazione terroristica. Lo scopo del protagonista, ovvero l'agente Albatross, consiste nell'annientamento dei piani della suddetta organizzazione e nella liberazione della sua collega Leila, catturata dai nemici nel corso di un'operazione segreta. La ricetta è vincente sotto tutti i punti di vista, perché unisce l'azione sfrenata all'esplorazione, ma - come s'è detto e ripetuto in apertura - non conserva praticamente nessuno dei suoi originari punti di forza nell'adattamento per CPC.
L'area di gioco, tanto per cominciare, è estremamente ridotta: un fattore in comune, questo, con le altre conversioni per gli home computer dell'epoca, ma aggravato nel caso della trasposizione sul CPC da mancanze ben più gravi. Perché la grafica estremamente blocchettosa ci può anche stare (siamo pur sempre su un 8 bit), soprattutto se addolcita dalla sgargiante palette cromatica delle produzioni allestite specificamente per la macchina Amstrad, ma il fatto che il tutto si muova con una fluidità così bassa da rendere l'avventura praticamente ingiocabile no. E non è possibile tollerare neanche il sistema di controllo, legnoso e impreciso in maniera tanto irritante quanto inspiegabile, né tantomeno la programmazione approssimativa dell'intero pacchetto. La firma di Tiertex, insomma, è chiaramente leggibile in ogni frangente. Una firma che all'epoca era sinonimo di orrore e raccapriccio, e ancor oggi non è difficile capire il perché di tale diffuso timore.
[Nyabot]