A.Rea. 21 : retrogaming e videogiochi dal 1996!
home [ Acorn | Amstrad | Apple | Arcade | ASCII | Atari | Coleco | Commodore | Dragon Data | Fujitsu | Mattel | NEC | Nintendo | Sega | Sharp | Sinclair | SNK | Sony ] e-m@il
Carica un articolo casuale!
NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo NES
Robin Hood: Prince of Thieves
Mindscape | Sculptured Software
10 03 2013

A dispetto del titolo, Robin Hood: Prince of Thieves è basato solo marginalmente sul film con Kevin Costner e ancora meno pesca dalla filmografia storica dedicata all'arciere di Sherwood. Alla fine, insomma, trattasi di classico gioco di ruolo in stile fine anni ottanta, con la possibilità suppletiva di rubare ai ricchi per dare ai poveri. Già cosa di non poco conto, in quei lontani tempi (1991) e ancora di più in tempi ingrati come quelli odierni, ma i generosi programmatori riuscirono pure a riempire la cartuccia del gioco con un pacchetto di varianti degne di ben altra tecnologia. E invece trattasi solo di Nintendo Entertainment System.

Nel 'role playing game', prodotto da Mindscape (e da Virgin negli States) con la collaborazione della statunitense Sculptured Software, il ruolo da interpretare è ovviamente quello del fuorilegge verdevestito, a partire dal dungeon saraceno in cui si trovano imprigionati i crociati al seguito del re Riccardo Cuor di Leone. Vagando lungo gli anfratti di una mappa ben congegnata, affrontando i nemici in combattimenti diretti, cercando oggetti e amuleti, parlando con le giuste persone, facendo insomma tutte quelle cose che si devono fare in un gioco di ruolo ma senza incorrere in una pericolosa monotonia, il nostro eroe si adopererà infatti per soccorrere l'amico Azeem e per scappare via catacombe dalla prigione degli infedeli. Da qui in poi la storia si sviluppa lungo scenari più tradizionalmente inglesi, tra valli, castelli, villaggi, foreste, cattedrali e monasteri, alla caccia dello sceriffo di Sherwood e alla ricerca dell'amata Marian. Il tutto sembra sorprendentemente ben articolato per un gioco a otto bit, ma al di là dell'accuratezza e della stazza davvero notevole della trama, la sorpresa riguarda anche gli schemi di gioco. Infatti, a parte la modalità in cui il drappello a seguito di Robin (i soliti seguaci, come Little John, vengono progressivamente incontrati e reclutati) viene inquadrato dall'alto mentre esplora i dungeon e combatte in parte in diretta e in parte sotto il controllo del computer, esistono altre fasi in cui il gameplay cambia in modo evidente.

Ad esempio quando vengono affrontati i nemici più pericolosi, in un duello all'arma bianca in stile 'fighter', con tanto di visuale ravvicinata e possibilità di sfruttare a proprio vantaggio fondali e oggetti, come tavoli, panche, rialzi e particolari di scena. Oppure quando il nostro si trova coinvolto in inseguimenti a cavallo, generalmente lungo la foresta e con i soldati dello sceriffo perfetti nell'evitare gli ostacoli in cui il nostro eroe invece incappa: modalità tanto coriacea quanto divertente, in cui abbondano salti, rocce, scarti improvvisi e in cui l'esito della sgroppata appare sempre incerto. Ora: con una trama tanto estesa, fasi tanto incerte, così tanti capitoli da affrontare e una presentazione tanto completa ci si aspetterebbe una possibilità di salvataggio di partite perlomeno all'altezza. E invece niente 'battery back-up' e un sistema di password piuttosto cervellotico. Un boccone quasi fatale, che viene parzialmente compensato dalla presenza di tre possibilità di ripresa di gioco e che però ci porta a un altro aspetto brillante del gameplay: quello strategico. Anche la personalizzazione degli equipaggiamenti è infatti esemplare, sia come facilità dei menu sia come profondità di gioco, con esiti molto diversi in caso di corretta gestione dei personaggi. Produzione quasi esemplare, insomma, a opera di veterani di NES e Super NES (tra cui Peter Ward e Hal Rushton, poi destinati a NCAA Basket e alla serie Super Star Wars) in grado di mettere in piedi, tra l'altro, una grafica tra le migliori mai viste su un sistema a otto bit, con particolare riferimento agli sprite in grande scala del Duel Mode. Ma a parte ogni riferimento estetico è il contenuto, sorprendente sia come peso lordo che come qualità, che fa di Robin Hood: Prince of Thieves uno dei migliori giochi di ruolo dei primi anni novanta e un titolo imprescindibile del catalogo NES.

[NO1]


Immagini: 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8

home [ Acorn | Amstrad | Apple | Arcade | ASCII | Atari | Coleco | Commodore | Dragon Data | Fujitsu | Mattel | NEC | Nintendo | Sega | Sharp | Sinclair | SNK | Sony ] Privacy e cookie | e-m@il