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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Another World
Interplay | Delphine
30 01 2006

Tutto pronto. Comincia il gioco. Incontri il primo ostacolo: muori. Ricominci il gioco all'inizio del livello. Ti ricordi di evitare il primo ostacolo. Incontri il secondo: muori. Ricominci il gioco un'altra volta. Ti ricordi di evitare il primo e il secondo ostacolo. Incontri il terzo: muori. Ricominci ancora...

Penso che abbiate afferrato il concetto. E se sperate di trovare un minimo spiraglio di fuga da questo schema, all'interno di Another World, potete lasciare perdere: le cose stanno così e non cambiano mai. D'altro canto la rivoluzione delle avventure dinamiche che si avrà con l'avvento di macchine più potenti e versatili come PlayStation e Saturn (iniziata con Tomb Raider, ma anche con Fade to Black, a cura della stessa Delphine Software) è ancora molto lontana. Qui il racconto doveva per forza seguire linee molto rigide, sia per limitazioni tecniche, sia perché nessuno aveva ancora pensato a come fare evolvere un genere ancora in embrione.

Eppure Another World è un gioco magnetico: prova ne è che ancora adesso, nonostante le dosi massicce di pazienza richieste, la tentazione di continuare a giocarlo, di vedere cosa c'è nel successivo livello o più semplicemente nella successiva scena, resta fortissima (è forse l'unica ragione che ci fa ancora prendere in mano il joypad e affrontarlo, a distanza di anni quindici). Questo tenendo fuori del conto la grafica stupefacente (ancora oggi gradevole, anche se il suo impatto è diminuito, come è ovvio) che ai tempi aveva lasciato tutti a bocca aperta: d'altra parte ricordiamoci che nei primi anni novanta gli unici a parlare di utilizzo di poligoni all'interno dei videogiochi erano i giornalisti delle riviste ultra specializzate. Delphine Software scelse invece proprio questo tipo di realizzazione, non tanto per un effetto tridimensionale qui scarsamente cercato, quanto per dare al gioco un'immagine il più possibile up-to-date e per fornire alla storia un taglio misterioso, da mondo appartenente a chissà quale altra galassia, appunto, magari aiutandosi con numerose cut scene di taglio cinematografico, più comodamente realizzabili con questa tecnica. Il Super Nintendo, dal canto suo, non mostrò tentennamento alcuno nel maneggiare qualcosa di completamente diverso dai platform bidimensionali per cui era stato creato (per la cronaca, la versione Megadrive è altrettanto valida).

Another World ha dalla sua anche uno spessore notevole nel campo degli enigmi da risolvere, più fantasiosi ed ermetici rispetto a quelli presenti anche in avventure più moderne (come quelli dei vari Tomb Raider e affini, spesso basati sulla semplice apertura di nuove aree di gioco e sulla ricerca di apposite leve e chiavi). Certo che la combinazione di frequenti rompicapo e di passaggi sul filo del rasoio e dei secondi (basta pensare al tempismo chirurgico necessario in molti salti e nella gestione dei combattimenti) porta Another World su un piano di difficoltà probabilmente indigesto alla maggior parte degli attuali videogiocatori, molto meno pazienti di quelli di una volta. Tanto più che il controllo del personaggio non è poi così intuitivo (vedi la funzione multiuso della pistola in dotazione, utilizzabile anche in caso di difesa grazie alla creazione di uno scudo elettronico) e che il comportamento degli avversari riserva parecchie sorprese man mano che si progredisce nel tentativo di fuga dal pianeta alieno. Tutto questo non compromette però la qualità di base di Another World, che resta uno dei primissimi tentativi di realizzare il sogno proibito del film interattivo. In fondo, con tutti i suoi limiti di struttura, Another World è proprio e solamente questo: un film di fantascienza di cui si può diventare protagonista. E non è poco per una console a 16 bit...

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