Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Nintendo NES
Battletoads
Tradewest | Rare
20 02 2013
I programmatori britannici Rare parlavano in prospettiva del loro Battletoads come di un qualcosa di simile ma alternativo ai Teenage Mutant Ninja Turtles, allora (1991) al culmine della loro popolarità globale, ma il gioco poi gli venne fuori talmente bene da risultare di gran lunga superiore a tutte le avventure videogiocabili delle tartarughe mascherate. Il gioco venne talmente bene, se è per questo, da dare il via a una delle strisce ludiche più lunghe dell'era degli otto e sedici bit, con riprese e conversioni che andarono a popolare quasi tutte le macchine dei primi anni novanta e con una piccola puntata nel mondo dei cartoon. Venne fuori talmente bene da portare anche, per la prima volta, l'inglesissima Rare (grazie ai creatori dei nostri rospi da battaglia, Tim e Chris Stamper) a quello stato di stardom a cui sembrò appartenere per diritto divino fino al tramonto dell'epoca d'oro delle console, con produzioni leggendarie come GoldenEye, Perfect Dark e Banjo-Kazooie, che da sole tennero a galla il N64 e Nintendo stessa.
Battletoads, tanto per cominciare, rappresenta forse la cosa esteticamente più apprezzabile mai apparsa sul vecchio NES, con una grafica tanto dettagliata e così ben animata da risultare superiore a quella delle successive filiazioni a 16 bit. Ma, lungo la sua dozzina di livelli, non si limita a questo. Classificato come un semplice beater a scorrimento, si rivela invece uno dei giochi più articolati di tutti i tempi, impresa tanto più sorprendente se si tiene conto delle potenzialità tecniche della console Nintendo e dell'annessa cartuccia, tutte e due terribilmente limitate come possibilità di immagazzinamento dati (già solo la suoneria di un cellulare utilizza quantità di memoria centinaia di volte superiori rispetto a quanto poteva fare il gioco). Il nostro eroico rospo da combattimento nella sua missione contro la Dark Queen non solo dovrà schiantare tutti i numerosi ed estremamente vari avversari incontrati lungo la strada, ma dovrà combattere discendendo lungo un cavo, guidare un motojet, cavalcare cosi simili a serpenti, combattere pupazzi di neve, nuotare, arrangiarsi come surfista e quant'altro, con una fantasia forse inesplorabile, dato che pochi sono riusciti a portare a termine l'impresa in toto. Con l'aggravante di un '2-player mode' ancora più coriaceo. Questo ci porta a quello che molti ritengono il difetto principale di Battletoads: una durezza pari a quella di un calcolo renale, con analoga difficoltà di gestione. Una volta stabilito questo, e sapendo quindi a quale sfida si va incontro, Battletoads resta però uno dei migliori esempi di un modo di giocare tanto tipico di un'epoca quanto distante da quello imperante ai giorni nostri.
[NO1]