Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Nintendo Game Boy
The Blues Brothers
Titus
29 08 2012
John Belushi, Dan Aykroyd, John Landis, un plotone di mostri sacri del R&B come Ray Charles, James Brown, Aretha Franklin e chissà chi altro per mettere in piedi uno dei migliori film dei 'roaring eighties'. Erano altri tempi, meno spietati, anche per il cinema e The Blues Brothers piano piano sbancava al botteghino riuscendo nell'impresa di piacere a tutti, critici bacchettoni (come Morandini e Kezich) inclusi. Praticamente impossibile non tirarci fuori un tie-in pure per il vecchio Game Boy, anche per l'atmosfera travolgente che scappa da tutti i pori della pellicola. Nel videogioco per la console portatile Nintendo (prodotto da Titus nel 1992, dodici anni dopo il film!) Jake e Elwood Blues sono un'altra volta in missione, non necessariamente per conto di Dio come nel capolavoro di Landis, ma solo per recuperare i propri strumenti, giusto in tempo per riorganizzare lo show serale. Nella sparizione sembra esserci lo zampino dello sceriffo Josh McKenzie, al quale in effetti non piace proprio niente di questa cavolo di 'black music': la cosa migliore, dal suo punto di vista, è quindi quella di impedire, magari con mezzi non legali, ogni spettacolo di quel tipo nella sua bella contea.
I cittadini della quale, tra l'altro, sembrano condividere con la polizia locale questa ostilità verso il R&B, se si tiene conto della maniera in cui pattugliano le strade lanciando chiodi, proiettili, piatti e forchette contro i nostri eroi, a loro volta impegnati a saltellare tra scale, palazzi, muretti e piattaforme mobili (poche sorprese: questo è un altro platform tradizionale) afferrando bonus e oggetti utili alla loro impresa. In realtà The Blues Brothers potrebbe anche dare l'impressione di permettere la presenza di due giocatori, considerando l'originaria coppia di protagonisti. Speranza vana: il massimo che si può ottenere è infatti l'entrata in scena a turno di uno dei due cantanti nerovestiti, tra l'altro dotati delle stesse caratteristiche e quindi poco utili ai fini delle variazioni di gameplay. A dire la verità non piace nemmeno la vacuità della trama, inutilmente aggrovigliata lungo cinque scenari, tra fogne e prigioni, privi di qualsiasi aggancio con il film di partenza: un po' come ricreare un Indiana Jones e scioccamente non ambientarlo in mezzo a rovine e amuleti. A parte questi mancamenti The Blues Brothers è un titolo leggero, ma con una impostazione grafica dignitosa (non vincerà il titolo per il gioco più affascinante su Game Boy, ma il tutto è più che adeguato al bianco e nero del vecchio schermo), ottima musica (come è ovvio che sia, dato il pedigree) e intere ore di sana azione 'old fashion'.
[NO1]