Nintendo Super NES
International Superstar Soccer Deluxe
Konami
21 12 2005
Il guaio per un gioco come International Superstar Soccer è che le sue successive evoluzioni si sono rivelate talmente buone che a chiunque resterà sempre la sensazione, oggi, di essere davanti a un gioco venuto dalla preistoria. Voglio dire: FIFA Soccer si porta dietro, da sempre, gli intoppi di gameplay che si possono ritrovare sia nella primissima versione, sia in quella di Natale 2005. International Superstar Soccer Deluxe, invece, sta ai Pro Evolution Soccer (unico ramo genealogico sopravvissuto, ormai) come una FIAT 1100 Bauletto sta a una Stilo (oddio, qualcuno direbbe che la 1100 è pure meglio...).
Di conseguenza: proviamo a guardare a International Superstar Soccer Deluxe con un minimo di prospettiva temporale, ricordandoci ad esempio che il calcio della Konami era ai suoi tempi quanto di meglio ci si poteva aspettare da una simulazione di calcio, per tutti e anche al di là del già celebre (e per alcuni versi più giocabile) prequel. Non è difficile capire il perché: sprite sovradimensionati (si leggeva anche il numero di maglia, evento rarissimo ai tempi), telecronaca se non credibile almeno articolata, campi di gioco realizzati in modo eccezionale (pubblico animato e con tanto di striscioni, stadi e prati differenziati, cambi di clima evidenti, tabelloni elettronici, fotografi, barellieri, arbitro e guardialinee, sostituzioni in diretta e reti che si gonfiavano ad ogni goal, altro evento allora davvero raro). Non solo: strategie e tattiche, aggiustamenti di schema, gestione della squadra, posizionamento dei giocatori, caratterizzazione degli atleti, marcature a uomo, sovrapposizioni e quant'altro erano tutti fattori che si ritrovavano, facilmente gestibili, all'interno di ISS Deluxe (la struttura dei menu è rimasta addirittura la stessa durante tutto il periodo dei 32 e 64 bit, con le tipiche faccine di diversi colori in stile Puyo Puyo), il che lo portava anni avanti rispetto alla concorrenza (anche se FIFA Soccer poteva vantare un quadro opzioni quasi altrettanto articolato, il problema per il calcio della Electronic Arts era che le varianti non funzionavano quasi per niente). Per di più la legnosità delle movenze che ora balza agli occhi (le animazioni sono molto numerose, consentono e descrivono fasi anche spettacolari come dribbling, finte, volée e rovesciate, ma sono legate tra loro in maniera poco fluida, spesso con un evidente effetto-pattinaggio) era una caratteristica comune a centinaia di altri titoli a 16 bit (non c'era certo da scialare, con una memoria da misurare in megabit e non in megabyte) e nessuno ci badava un granché, tanto più che qui il gameplay appariva davvero vicino alla realtà del calcio giocato.
Brillante e pieno di piccoli tocchi di classe grafici e non, ISS Deluxe era insomma molto apprezzato, divertente da giocare e in alcuni momenti addirittura entusiasmante. Eiji Nakagawa e Yasuo Okuda (cioè il nucleo, insieme al responsabile della grafica Fumimasa Katakami, di quella che sarà la Major A, team poi responsabile dei sequel Konami sul Nintendo 64 e sul GameCube) lavorarono a lungo anche sulla gestione della intelligenza artificiale, con risultati molto buoni, se si tiene conto dei limiti del Super Nintendo, soprattutto per quanto riguarda le reazioni degli avversari in modo single player: per loro stessa ammissione, infatti, la base della IA dei loro successivi giochi è stata ripresa in pieno da quella sviluppata allora. Ma, come dicevamo, i limiti comuni alle simulazioni del tempo ci sono e oggi come oggi saltano agli occhi: portieri che parano tutto ma che vengono uccellati in uscita dalla più innocua delle penetrazioni in diagonale all'interno dell'area (nonostante la possibile regolazione fine della loro abilità), quasi totale impossibilità a segnare con tiri da lontano (tranne che con l'Olanda, chissà perché), giocatori che si muovono stupidamente e in ritardo quando non sono in possesso di palla (anche in fase difensiva) sono tutti fattori che non possono non irritare e che nemmeno il più sprovveduto dei giocatori riesce a perdonare, soprattutto dopo che Konami ci ha abituati, negli anni successivi, a ben altre prove di football videoludico.
Così a rigiocare a ISS Deluxe ci si ritrova con sensazioni parecchio contrastanti: dal punto di vista della pura filologia non si può non apprezzare lo sforzo evolutivo verso un calcio ludico adulto e la validità del titolo in rapporto al periodo storico (e non solo: siamo sempre di fronte a un ottimo esempio di calcio videogiocato), ma la legnosità del gameplay non può non farmi preferire, alla fine, altri titoli che puntavano tutto sulla fluidità d'azione (Sensible Soccer o, per il versante arcade, Excite Stage, restando in ambito 16 bit). Nota a margine: esiste anche una versione per Megadrive, molto tarda, praticamente identica a questa per Super NES, ma con portieri vagamente schizoidi, persi come sono tra la solita abilità sovrumana e momenti di totale sbandamento.
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