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Nyabot Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21 dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre da cui era improvvisamente spuntato. Se lo incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da lanciare all'indirizzo dei curiosi...

Atari 7800
Joust
Atari
26 08 2012

Se vi state chiedendo perché diavolo il vostro personaggio sia a cavallo di uno struzzo e soprattutto perché lo struzzo in questione sia in grado di volare, siete probabilmente nel posto sbagliato. Non è proprio il caso, infatti, di porsi domande del genere una volta messi di fronte a Joust, visto e considerato che il gioco ideato da Williams e convertito da Atari sul suo 7800 è il trionfo di tutto ciò che poteva fare la fortuna di un videogame nella prima metà degli anni 80. È quindi una celebrazione del nonsense, ben esemplificato dagli struzzi alieni (perché di struzzi alieni si tratta!) di cui sopra, e della giocabilità assoluta, frutto di una perfetta miscela di semplicità, immediatezza, inventiva e ritmo. Lo scopo del gioco è essenziale: bisogna ingaggiare una serie di duelli con un certo numero di avversari, dotati anch'essi di cavalcature alate, e uscirne vincitori. Ma ci sono parecchie altre cose da tenere in considerazione, e sono quelle che fanno di Joust un capolavoro senza tempo.

La meccanica dei duelli è elementare, ma al tempo stesso rifinita in modo quasi maniacale. Quando due cavalieri si scontrano, in breve, è quello posto più in alto a vincere. Se gli antagonisti sono alla stessa quota non succede nulla, mentre in caso di risoluzione del duello in favore del giocatore la cavalcatura dell'avversario rilascia un uovo in segno di sconforto e frustrazione. Un semplice bonus? Niente affatto: l'uovo va raccolto nel minor tempo possibile, pena la sua schiusa e la nascita di un altro nemico. È inutile dilungarsi, invece, sugli effetti di un duello nel quale è il giocatore a trovarsi all'altezza inferiore: una vita viene detratta dal conteggio di quelle disponibili e, nel caso non ce ne siano altre, la partita è finita. Game over!

Si è accennato in precedenza ad altri elementi ai quali prestare attenzione, per cui andiamo a presentarli. Si parte dalla tinta dei cavalieri avversari, che possono appartenere a tre diverse tipologie di crescente perfidia identificate da diversi colori. Si continua con lo pterodattilo, che di tanto in tanto solca i cieli dell'arena con un unico obiettivo: divorare il giocatore. Per aver ragione del mostro volante bisogna far ricorso ad astuzia e prontezza di riflessi in egual misura, pena una prematura dipartita. E poi c'è la lava posta nella parte bassa dello schermo. Inizialmente è separata dall'arena da un ponte di legno, che ben presto viene divorato dalle fiamme e lascia allo scoperto la letale massa di magma. Come se ciò non bastasse, la lava è abitata da un troll perennemente desideroso di trascinare con sé il giocatore e la sua cavalcatura nel corso dei passaggi (troppo) radenti.

La disponibilità di diversi tipi di ondate, la curva della difficoltà ottimamente calibrata, la graduale introduzione di nuovi pericoli e l'eccellente modalità per due giocatori contribuiscono a innalzare ulteriormente il valore di Joust, ma il diavolo - come usano dire dall'altra parte della Manica - è nei dettagli e le finezze, in questo caso, sono interamente riservate al gameplay. La precisione del sistema di controllo, l'inerzia della cavalcatura, la frenesia degli scontri e la loro stessa natura, basata sulla necessità apparentemente inconciliabile di unire con successo rapidità e accuratezza, elevano Joust al rango di autentica pietra miliare nell'ambito dell'evoluzione dei videogiochi. Ed è un rango che, fortunatamente, Joust conserva anche sul 7800 in virtù di una conversione impeccabile, pubblicata purtroppo (come nel caso di altri titoli per la bistrattata console Atari) con colpevole ritardo e privata per questo del giusto riconoscimento.

[Nyabot]


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