Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Nintendo Super NES
Batman Returns
Konami
17 12 2010
Mentre il tramonto scende su Gotham City, le ombre si allungano in mezzo ai vicoli. Rumore di passi in lontananza, nebbia, mucchi di neve sporca. Tra le 'backstreet' si aggirano loschi figuri e personaggi inquietanti: un uomo deforme, con connotati che lo fanno assomigliare a un pinguino, un joker (no, stavolta no), una bionda inguainata nel cuoio di un travestimento da gatto. Per fortuna che un riccone eccentrico, mascherato pure lui e per di più da roditore volante, ha preso l'abitudine di pattugliare il quartiere e di proteggere dal male gli onesti lavoratori. A calci e pugni. Non è cosa che succede tutti i giorni, almeno dalle parti mie. E non è che sia poi così tanto correct.
L'impianto di base di Batman Returns (1993) è insomma abbastanza prevedibile, come da soggetto di innumerevoli film e fumetti prodotti al riguardo, e il gioco vero e proprio allo stesso modo non si dovrebbe distaccare dai canoni del genere 'derivati su licenza cinematografica'. Generalmente platform o picchiaduro a scorrimento, con poche varianti: varianti che qui vengono invece tentate, nel senso che la scelta tra i due filoni non viene effettuata e Batman Returns si ritrova così ad essere un beat'em up condito con una dose saltuaria di piattaforme (e, dando atto alla fantasia dei programmatori Konami, anche con una inattesa sezione dedicata alle corse in Batmobile in stile Out Run/Chase HQ). Comunque sia, picchia e salta e salta e picchia il nostro Cavaliere Oscuro si fa largo attraverso paesaggi gotici/suburbani che ricordano da vicino il secondo episodio della serie, diretto come il primo da Tim Burton.
La tentata copia conforme del film viaggia ovviamente per sommi capi, ma l'impegno del team Konami messo in piedi per l'occasione (tra gli altri Yoichi Yoshimoto e Takeshi Fujimoto, poi ancora insieme in Brave Fencer Musashi e in Kingdom Hearts) risulta comunque evidente e si vede già nell'ottima presentazione del gioco. Le sezioni platform si complicano la vita inutilmente con la storia del 'bat-grapple' (o rampino che dir si voglia) da agganciare a distanza, questo è vero, ma il fastidio non è poi così grave o così reiterato da compromettere il cammino del nostro Batman. Il tutto finisce quindi per rappresentare solo una divagazione dal picchia picchia imperante, proprio come la bella sezione di guida di cui sopra. La stessa ossatura beat'em up regge all'uso meglio del solito, per quello che può fare l'ennesimo clone di Final Fight, con fondali curati e interattivi, sprite sovradimensionati e animati decentemente, cattivoni che riprendono le caratterizzazioni del film, sette livelli e molti sottolivelli, un corredo di mosse da performare superiore alla media, tra cui attacchi specifici e posizioni di difesa più o meno utili. Alla lunga ci si rende conto che la pappa è la stessa di decine di altri titoli, ma, insomma, non è che i meccanismi di base dei videogiochi siano poi cambiati così tanto anche negli ultimi anni e non sarebbe logico attendersi una rivoluzione da un tie-in ufficiale uscito vent'anni fa. Il quale fa invece quello che doveva fare, e cioè rassicurare il giocatore con un sano divertimento standard e con una confezione superiore agli standard. E in fondo non è che il nostro Batman abbia poi affrontato imprese più memorabili di questa, almeno su console.
[NO1]