Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Nintendo Super NES
Pitfall - The Mayan Adventure
Activision | Redline Games
16 11 2010
Ai tempi dei joystick a un bottone, delle grosse cartucce e delle cassette a nastro, quando le parole Atari e successo potevano ancora essere utilizzate all'interno della stessa frase, un gioco chiamato Pitfall! apparve sull'Atari 2600 (Activision, 1982: per stessa ammissione di David Crane, solo dieci minuti per buttare giù il meccanismo di base, a punteggio e a tempo, a fronte poi di oltre 4 milioni di copie vendute, con trasmissioni TV, telefilm, concorsi e non so più quante riprese), diventando una leggenda. Era tutto molto semplice: in fondo solo una questione di salti sopra trappole, sabbie mobili e annessi e connessi, ma una di quelle immensamente giocabili. Dodici anni e due generazioni di console dopo, Pitfall Harry ce lo ritrovammo all'improvviso anche sul Super Nintendo, a saltellare all'interno di un mondo tutto nuovo e molto più credibile: naturalmente si trattava del figlio, nuovi pericoli erano stati aggiunti e la storia appariva più corposa di prima, ma il trademark dell'avventura (le acrobazie con le liane, in mezzo a una giungla esotica, con i coccodrilli presenti quasi come un logo) era ancora lì a ricordarci altri tempi e altri modi di giocare.
Il recupero tentato dai programmatori di Redline Games era in effetti rispettoso delle atmosfere originali, fino a spingersi a inserire come area bonus proprio lo stesso Pitfall! originale di Crane (non riprodotto alla perfezione, ma comunque molto simile a quello di una volta, il che già basterebbe a soddisfare le nostalgie dei più), ma proprio questa ostinazione a non volersi staccare da un archetipo ormai abusato ha rappresentato una condanna per il nostro remake a 16 bit. Pitfall - The Mayan Adventure, insomma, non poteva già allora non sparire nel gruppone dei platform che il suo stesso progenitore aveva contribuito a creare. Come al solito la parola 'adventure' viene qui usata solo come specchio per le allodole: di trama ce n'è appena una traccia e tutto il resto si rifà in pieno al modello allora dominante: 'salti tra gli alberi/ritrovamento di tesori/ricerca dell'uscita dal livello/corse su carrelli da miniera/templi e rovine con piattaforme dappertutto'. Con l'unica fortuna che nei dieci livelli concessi esistono dei punti di ripartenza, altrimenti l'assenza di password e di un qualsiasi backup vi costringerebbe a ripercorrere tutta la strada da capo, ogni volta.
Stando così le cose, l'unico fattore di differenziazione in cui i programmatori di Redline (senza il recupero di David Crane il capo del team era John Spinale, apparentemente l'unico tra loro ad avere avuto un futuro con la riedizione di Legacy of Kain su PS2) si sono davvero impegnati è la bella costruzione grafica del gioco, anche superiore a quella che si poteva avere sulla versione Mega Drive. Molto buona in particolare l'animazione: Harry jr. si muove, salta, striscia e colpisce con grande realismo, anche se proprio questa ricchezza di movimenti è la maggiore responsabile della collisione incerta tra sprite ed elementi di scena. Buon recupero di un classico, insomma, ma anche se il compitino era corretto l'ispirazione era nettamente inferiore, il mercato era completamente diverso e la tentazione era ed è quella di ritrovare il vecchio Pitfall! e di giocarsi quello. Almeno l'operazione sarebbe filologicamente corretta.
[NO1]