Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Commodore Amiga
Qwak
Team 17 | Jamie Woodhouse
31 08 2011
Uno dei giochi a basso prezzo dedicati dai tipi del Team 17 all'Amiga, ma di sicuro non uno di quelli a basso impatto sui fan Commodore, che di Qwak (1993) conservano ancora un ricordo eccellente e magari qualche rimpianto in caso di svendita. In pratica: voi e i vostri amici (nel caso vogliate dedicarvi alla modalità per 2 giocatori, in collaborazione e non) dovrete passare attraverso un'ottantina di ambienti stipati di piattaforme, gioielli, frutta, chiavi, funghetti, pozioni magiche e altri ammennicoli più o meno utili al completamento dei livelli, affrontando fasi di gioco intense e ricalcate sugli schemi dell'ancor più vecchio e intenso Bubble Bobble, platform Taito nato in sala giochi. Come è normale che sia voi tendereste a caricarvi di ogni bendiddio per guadagnare poi l'uscita, ma altrettanto ovviamente vi ritroverete in compagnia di creature dal tocco letale, collocate lungo le piattaforme a vigilare su qualsiasi eventualità di fuga. Potrete utilizzare il vostro giudizio e i vostri riflessi per schivare i contatti, oppure potrete sfruttare la vostra scorta di uova (scusate, non l'ho ancora detto: il ruolo principale in Qwak è quello di una papera, da cui il titolo onomatopeico) per tenere a bada il team di simpatici killer che cerca di trasformarvi in una canard allo spiedo.
Azione frenetica, dicevamo, tanto che per un po' non riuscirete a raccapezzare una tattica qualsiasi: pesci volanti, fantasmi, palle chiodate, creature morbidose imprecisate vi perseguitano senza pausa e, nonostante la schermata fissa e la mancanza di scrolling, non è facile mettere a fuoco con precisione i continui incidenti tra papera e avversari. Il concetto di base è comunque semplice, come semplice è la grafica dei paesaggi (si va dai castelli alle lande innevate, con otto mondi a tema e senza una sequenza rigida, per fortuna): bisogna raccattare tutte le chiavi dorate, raggiungere il punto d'uscita e chiudere la questione. Il che sembra un fatto da poco, ma comporta sempre qualche grattacapo, vuoi perché le chiavi sono spesso collocate a destra e manca con una certa malizia, vuoi perché il ritmo da coin-op lascia poco spazio al ragionamento tranquillo.
Jamie Woodhouse, designer e coder, con Richard Heasman, grafico, guidati dal leader supremo del Team 17 Martyn Brown alla regia, potrebbero in fondo essere incolpati di plagio nei confronti di Bubble Bobble, ma - come lo stesso Brown dichiarava ai tempi - questa è una delle produzioni più equilibrate mai messe insieme dalla leggendaria softco dello Yorkshire, e già solo questo basterebbe a giustificarne l'esistenza. Il sottile limite tra difficoltà e frustrazione, insomma, non viene oltrepassato, e questo è un evento molto raro in giochi così lineari e costipati. Più che abbastanza per concedervi qualche settimana di sano divertimento, come un tempo si diceva.
[NO1]