Dopo aver fondato A.Rea. 21 insieme a NO1 e
LH3CT, Shrapnel ha svolto il lavoro di mantenimento
del sito fino alla chiusura dello stesso e ne ha poi
curato la riapertura. Ha scritto su Super Console, Mega
Console, Videogiochi e PSM, ha gestito per due anni e
mezzo un negozio di videogiochi e ha lavorato come
game designer e sceneggiatore su uno sparatutto per PC
intitolato Steel Saviour. Ha inoltre scritto per un paio
di riviste cartacee dedicate agli utenti iOS e macOS.
Commodore 64
Summer Games
Epyx
05 08 2012
L'omino che corre verso il braciere, tenendo in alto la torcia olimpica con parti uguali di orgoglio e attenzione, viene ancor oggi riconosciuto dai videogiocatori di tutto il mondo come il marchio di fabbrica di Epyx. L'omino in questione raggiungeva regolarmente il braciere nel corso delle sequenze introduttive dei titoli sportivi della compagnia californiana e sarebbero stati in molti, probabilmente, a sperare di vederlo prima o poi inciampare per aggiungere un tocco di umorismo agli accadimenti riprodotti sullo schermo e farsi quattro sane risate, ma l'atleta non sbagliava mai. Proprio come Epyx, perlomeno nel suo periodo d'oro.
Periodo d'oro che, inutile dirlo, conobbe il suo maggior splendore a partire dalla pubblicazione di Summer Games. Epyx, in realtà, aveva già realizzato ottimi titoli prima dell'uscita del suo capolavoro olimpico, ma fu con quest'ultimo che entrò definitivamente nei cuori e nelle case dei videogiocatori. Merito di una cura per i particolari senza eguali nel settore degli sport digitali, come era possibile evincere sin dalla già citata sequenza di apertura, e di una capacità non comune di miscelare accessibilità e immediatezza senza per questo scadere nella banalità. Gli otto eventi di Summer Games brillano ancor oggi per la semplicità e per l'efficacia dei relativi sistemi di controllo, modellati sulla falsariga di quelli impiegati nei più famosi titoli sportivi pubblicati in precedenza da altri sviluppatori, ma rifiniti in ogni singolo particolare al fine di offrire un'esperienza di gioco perfetta, nonché indimenticabile (soprattutto se provata in compagnia degli amici).
Il salto con l'asta, il tuffo dal trampolino, i cento metri piani, la staffetta 4x400, la ginnastica, il tiro al piattello, i cento metri stile libero e la staffetta stile libero possono anche somigliarsi un po' troppo tra loro in alcuni frangenti, a dispetto di ambientazioni e stili grafici diversi, ma ciò non toglie che siano in grado di offrire soddisfazioni inimmaginabili alla luce della loro linearità. L'inappuntabile risposta dei comandi, lo stile quasi televisivo, l'immancabile spirito di competizione e le amorevoli cure riservate dagli sviluppatori alla grafica e al sonoro concorrono a fare di Summer Games un titolo di esemplare completezza, mentre l'interfaccia utente ridotta al minimo riesce nel delicato compito di non interrompere, nei limiti del possibile, la sospensione dell'incredulità.
Summer Games non ha effettivamente inventato nulla, come sostengono da sempre coloro (invero numericamente scarsissimi) che lo criticano, ma ha innegabilmente imposto un nuovo modo di proporre una formula standardizzata per i giochi sportivi multievento. Non ha messo in campo nuovi sistemi di controllo, ma ha perfezionato quelli già esistenti con una raffinatezza irraggiungibile per la concorrenza. Non ha infranto le barriere audiovisive imposte dalle macchine della sua epoca, ma le ha aggirate con eleganza giocando sullo stile e sulla pulizia. Non ha rivoluzionato il mondo dei videogiochi olimpici partendo da zero, in definitiva, ma lo ha fatto (sì, lo ha fatto) prendendo il via da basi solide e mostrando a tutti cosa sarebbe stato possibile farne, a patto di possedere lo spirito, l'inventiva e l'abilità degli uomini e delle donne di Epyx.
[Shrapnel]