A.Rea. 21 : retrogaming e videogiochi dal 1996!
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Zave Zave scrive di videogiochi da un sacco di tempo, ormai saranno sei settimane abbondanti. Constatato per l'ennesima volta che il mondo fa schifo, ha preferito rifugiarsi tra le spire dell'A.Rea. 21...

Sega Mega Drive
Pelé!
Accolade | Radical
19 07 2010

Oltre mille gol segnati, nemmeno uno nel Vecchio Continente (kermesse mondiali escluse): eccolo qua il ruolino di marcia di Pelé, al netto della più scontata delle critiche da mangiaspaghetti. D'altronde lanciarsi in un improbabile revisionismo storico è pane quotidiano per chiunque voglia prendersi la briga di dire qualcosa di ancora non detto sul campione ultraterreno del Brasile che fu. Revisionismo storico che è anche, un po' e purtroppo, alla base di ogni 'retro-recensione' che si rispetti. O meglio: di quelle che non andrebbero rispettate. Perché mica fai finta, oggi, di recensire un gioco dell'altro ieri tenendo da conto tutto quello che è successo nel mentre. No no, quelli bravi per davvero scrivono in questo esatto momento di Wiz'n'Liz come se ne avessero scritto nel 1990 (o quand'era), perché poi, sennò, si rischia di decontestualizzare il gioco ed eventualmente punirlo oltre le proprie colpe.

Tutto questo pappardellone per dire che invece, qui e ora, dire che Pelé! è una fogna a cielo aperto non è né crudele, né esagerato. Perché trasportava liquami maleodoranti anche nel lontano 1993, quando decise bene di farsi vedere sugli scaffali dei negozi di mezzo mondo: era un dramma fatto e finito a prescindere da tutto. Perché nel 1993 si era già capito che un videogioco dedicato allo sport più bello del mondo potesse essere ben di più di quanto visto con un Great Soccer (Master System) a caso. Intendiamoci: nel 1993 erano realtà cosette come FIFA International Soccer, International Superstar Soccer, Soccer Brawl, Football Champ e via andando. Si noti bene che sono stati inclusi nel novero anche esponenti del calcio 'bailado-pestato' come i titoli di Tecmo e SNK, giusto per non dire che si è stati troppo attenti alla forma, ma si è pescato più o meno a caso. E no, nessuna citazione per Kick Off o Sensible Soccer, perché mica serve rigirare pure il coltello, una volta che è ben piantato.

Alla fin fine è lo stesso coltello che, si spera solo figuratamente, chiunque abbia comprato Pelé! per Mega Drive ha usato per scoperchiarsi la cassa toracica dopo i primi cinque minuti di gioco. Un gioco fatto di legno e metallo, come nemmeno il peggior Euro League (un coin-op super tarocco che se lo conoscete potete darvi delle pacche sulle spalle) riusciva a essere. Una selezione di squadre di club risibile, ovviamente nemmeno mezzo nome aderente alla realtà (e questo è il meno, ovvio) e una gestione delle collisioni che rivaleggiava per putrescenza solo con i tempi di reazione tra comando impartito-azione su schermo. Nel senso che nel mentre ci si poteva tranquillamente trastullare caricando la versione in caratteri ASCII dell'intera Wikipedia sul proprio C64. Se solo fosse esistita.

Invece non c'era nemmeno quella, e allora ci si doveva provare con il povero Pelé!. Con la sua inquadratura troppo ravvicinata perché si potesse capire qualcosa. Coi suoi movimenti agili e leggiadri tipici del Ryu di Shenmue alle prese col muletto al porto. Con la sua sensazione di fisicità presa pari pari dallo studio dei corpi e delle loro proprietà consegnato la mattina prima da un bambino di cinque anni al suo ultimo anno di asilo in provincia di Berzanengo. Almeno da vedere, però, era bruttino. Con quei suoi colori inutili, quelle animazioni che se stai attento le conti tutte e ti rimangono ancora due dita per elencare i motivi validi per non ammazzarsi prendendo a testate lo spigolo della confezione del gioco. Quelle belle confezioni di plastica rigida tipiche dei giochi per il 16 bit di Sega. Ecco, facciamo che ai tempi vi servisse una confezione di ricambio che il cane, assieme ai compiti, si era mangiato quella di Streets of Rage 2. Allora sì che Pelé! assumeva un senso. Anche se non aveva segnato nemmeno un gol in Europa.

[Zave]


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