Sega 32X
Virtua Racing Deluxe
Sega
29 04 2010
Sottotitolo: "Suo figlio è scemo, ma si impegna". Diciotto anni dopo il debutto in sala giochi Virtua Racing ha ancora qualcosa da dire, e fortunatamente il riferimento non è agli ignobili campionamenti vocali inclusi nella conversione per 32X. Quel che ha da dire, oltretutto, è decisamente più interessante e accettabile di quanto non possa invece raccontare uno dei suoi figli: un Daytona USA, un Sega Rally, uno Scud Race. Nessuno di questi ha la classe minimale (allora una forzatura e non una scelta) di Virtua Racing, quello stesso vestito spoglio che gli permette, oggi, di figurare assai meglio se messo direttamente a confronto con la tempesta di texture in bassa risoluzione dei figlioletti. No, Virtua Racing era tutto bello nudo e lanciarlo ora in un'ipotetica sala giochi virtuale (che sia in subaffitto in zona Microsoft o in casa Sony è uguale) garantirebbe risultati da primo della classe.
Distribuito in origine nel 1992, Virtua Racing è il perfetto OGM a marchio Sega. Dentro ha il DNA dei suoi antenati e uno sprint da giovane punk, che però sa quel che fa. Virtua Racing era, principalmente, il blocco di quattro tastoni colorati assegnati ad altrettante visuali: e quando mai si era visto qualcosa di talmente epico e di talmente ben fatto? Dentro il cockpit è Super Monaco GP, fuori è Out Run, sull'elicottero è F1 Circus di Nichibutsu. Cambiava la visuale, cambiava anche il modo di affrontare la pista, perché da gestire c'erano una sensazione di velocità smodatissima e tre (in sala giochi) o cinque (sul 32X) tracciati pensati per titillare il pilota (molto arcade, okei) che risiedeva in ogni adolescente dell'epoca. E, incredibile, pure in quelli sopravvissuti fino a oggi.
La conversione per 32X, per l'occasione espansa e arricchita di un posticcio Deluxe, è roba di primissima fattura. Perlomeno per quel cassonetto che era il 32X: molto scemo, ma almeno in questo caso si era impegnato. Il risultato: un'edizione che a prima vista non cadeva troppo lontana da quella già miracolosa per Mega Drive, ma che aveva il buon gusto e la saggezza di migliorarne la fluidità ed espanderne le possibilità di gioco con due nuovi tracciati (per un totale di cinque) e includendo due nuovi modelli di auto (oltre alla monoposto da F1 arrivano anche la stock car 'da Daytona' e il prototipo 'da razzo interstellare').
Il successo dell'originale Virtua Racing, e quindi anche di questa buona conversione, non era semplicemente dovuto all'impatto grafico, però. Lo si riscopre con più facilità oggi che l'impatto è (nel caso di questo Deluxe) simile a quello di un rastrello col setto nasale. A Virtua Racing ci si giocava per il design dei tracciati e il modello di guida. E sapete cosa? A Virtua Racing ci si gioca ancora per il design dei tracciati e il modello di guida.
Abilissimi nell'infilare curvoni e chicane al momento giusto, senza strafare ma senza permettere mai un rilassamento che sarebbe letale, intelligenti nel giocare in mezzo a saliscendi e strutture primitive dal punto di vista poligonale, ma efficaci se si parla di resa finale (leggasi: senso di velocità restituito e dinamismo)... quelli di Sega riuscirono nel tentativo di dare almeno un minimo di senso all'esistenza del 32X. Non abbastanza, ma meglio di nulla. Le nuove vetture giocano più o meno la stessa partita della monoposto, lavorando sui suoi estremi: la stock car è più lenta e portata alla derapata, il prototipo curva solo se gli si spara alle gomme. Ce n'è comunque a sufficienza per trovare nuovi stimoli attraverso cui vivere tre splendide piste, una mediocre pista (la penultima) e una buona pista (l'ultima). Giù il cappello!
[Zave]