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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
John Madden Football '92
Electronic Arts
25 11 2009

Quando eravamo ragazzi, io e Monica ci sedevamo davanti alla tivvù a guardare le partite del football. Quello della NFL però, mica quello dell'Inter (erano i primi anni ottanta e una passione guidobagattiana aveva preso un po' tutti). Io spiegavo le regole e parlavo delle squadre e dei giocatori più famosi, mentre lei divagava, distratta da quella che le appariva come una rissa tutti contro tutti. A dire la verità, secondo me non ha mai capito quello che succedeva in campo e probabilmente non riusciva nemmeno a vedere dove finiva la palla. Senza troppe sorprese, quindi, Monica non ha mai amato nemmeno i videogiochi sul football, come, se è per questo, qualsiasi altra cosa che riguardasse lo sport. Ma un'eccezione l'ha fatta, per John Madden Football '92.

La serie Madden, d'altro canto, è da sempre il gioiello della corona di Electronic Arts, sia dal punto di vista del mercato USA, sia da quello della qualità. Potete stare sicuri che se vi piace il football vi piacerà pure Madden. Ancora di più: anche chi non ama il mondo della NFL può farsi piacere Madden. L'atteggiamento della Monica di fronte alle prime simulazioni di questo tipo era in genere lo stesso che aveva di fronte alla partite in TV, anche in caso di prodotti di buon livello. Erano già allora giochi in cui usando ogni tasto del joypad si potevano riprodurre finte, passaggi, corse, rotazioni, salti, prese, sfondamenti o qualsiasi altro movimento presente in questo sport. Problema era ed è che, per chi non comprende lo spirito del gioco, tutto questo assume in ogni caso un significato relativo (chissenefrega se si può chiamare un audible, se non si sa nemmeno quale scegliere e a che cosa serve), per non parlare della coordinazione occhio-mano che uno sport tanto veloce e pieno di schemi richiede. Ed è proprio qui che Madden finiva per vincere, intaccando anche la resistenza degli scettici (e della Monica, presa come parametro del giocatore medio): per facilità d'uso, per semplicità dei comandi, per chiarezza di esposizione non c'è niente che possa avvicinarlo, oggi e tanto più ieri, quando i rivali erano Joe Montana, Tecmo Superbowl, Quarterback Club e roba simile.

Facilità d'uso che comunque sconfinava per certi versi in facilità tout court. Molto probabilmente i primi John Madden Football fanno oggi agli americani lo stesso effetto che fanno a noi europei i primi FIFA Soccer: tutto sembra un filino facile. Spesso per completare un lancio basta, per esempio, individuare in fretta un ricevitore libero e selezionarlo senza preoccuparsi di fargli raggiungere il punto d'impatto della palla o di fargli alzare le mani: tutto, pur di rendere più accessibile e giocabile una materia ostica. I geniali Park Place, ideatori di questa serie come anche di quella dedicata all'hockey NHL, riuscirono comunque a mantenere un equilibrio di gioco esemplare migliorando l'intelligenza con cui il computer rispondeva alle azioni di attacco e alle impostazioni della difesa: ripetere più di un paio di volte le stesse giocate può diventare del tutto improduttivo, molto di più di quanto succedeva col predecessore. Il che, grazie anche a un numero di schemi già allora elevato (più di 100) all'interno del playbook, tra l'altro esposto con grande chiarezza, lasciava margini quasi illimitati alla manovra e alla strategia. Come se non bastasse, John Madden Football '92 presentava anche una quantità da record di varianti, soprattutto per allora: gioco multiplayer, cambio di condizioni meteo, instant replay, stagione regolare, interventi dagli altri campi, infortuni dei quarterback con ambulanza in campo, inquadrature sul pubblico, commenti di Ciccio Madden stesso, contestazioni e cambi delle chiamate degli arbitri (a parte il solito audio favoloso a cura di Rob Hubbard e un 3D convincente, ottenuto con quello che i tempi passavano al convento e cioè uno scaling senza gli intoppi che affliggeranno le versioni successive). Nemmeno da citare la proverbiale precisione dei comandi: neanche i meno convinti della qualità Electronic Arts riuscirono a trovare in tal senso un-difetto-uno in John Madden Football '92. Così, alla faccia della banalità degli sprite e della mancanza di tribune a bordo campo, John Madden Football '92 rimase per molto, molto tempo (fino alle ultime versioni per PlayStation) il vero paradigma per tutte le simulazioni di football USA. Uno dei giochi, insomma, che finì per costruire il mito del Mega Drive (le versioni per Super Nintendo o altro non reggono il paragone). Confesso: ancora adesso non riesco a sentire la musica d'avvio senza commuovermi. Perdonatemi.

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