Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sega Mega Drive
Twinkle Tale
Wonder Amusement Studio
13 12 2008
In molti casi l'eliminazione frenetica di alieni o di esseri comunque malefici finisce per essere una copertura povera per impianti di gioco ancora più poveri. Ma l'intero concetto di base di Twinkle Tale, per quanto sovraccarico di fuoco amico o nemico, è invece molto lontano dalla vacuità di altri shooter. Anzi: pur non potendo essere annoverato tra le produzioni di maggior peso del Megadrive, il nostro molto nipponico spara-spara può vantarsi di essere uno dei titoli con maggiore classe (e nello stesso tempo uno dei più misteriosi) mai elaborati per la nera console Sega.
Tanto per cominciare col mistero: ma chi diavolo sono questi tizi di Wonder Amusement Studio, in grado di mettere insieme tutti gli stereotipi del genere e allo stesso tempo in grado di costruire un blaster così poco ortodosso? E poi: ma perché diavolo un titolo così brillante ha fatto la fine del due di picche, con una carriera commerciale nemmeno iniziata e una fama da ultimo degli scaffali? Nessuna risposta concreta, in realtà, a parte la miopia delle dependance occidentali Sega. Un vero peccato, soprattutto per chi aveva apprezzato il supernintendiano Pocky & Rocky o il più universale Mercs, ma non solo per loro. In particolare tutti i fan del primo qui possono sentirsi subito a casa, grazie a un gameplay piuttosto articolato che per molti versi riprende (o anticipa? Siamo lì come tempi) le avventure della bambina e del procione Rocky in mezzo a un Giappone medievale, pieno di demoni incacchiati e di piccole maghe al contrattacco.
Qui l'ambientazione è più generica, ma l'atmosfera (misteriosa, anche questa) è molto simile, sul magico andante. Forse anche grazie a una rappresentazione grafica che, a parte essere tra le migliori mai avute sul Megadrive, appare anche lei in linea con quella da libro di favole del bizzarro sparatutto per Super Nintendo. Come nei migliori casi, poi, il distruggere orde di mostriciattoli diventa ancora più gratificante grazie all'impostazione intelligente voluta per gli scontri, con specifiche armi e power-up da utilizzare solo al momento giusto e con determinati avversari. Il tutto non è comunque per niente facile da portare a termine, tanto per essere chiari, perché oltre a un volume di fuoco da record qui ci ritroviamo pure con aree di gioco più vicine a quelle di un dungeon che ai classici panorami aperti. Il livello di difficoltà, insomma, è quasi impraticabile nonostante la sua modulabilità, ma questo non è certo un fatto straordinario nel mondo degli shooter a 16 bit. Le belle musiche presenti lungo i sette livelli, tra l'altro, sembrano anche loro messe lì per alleggerire il clima e invogliare a una sfida sempre al limite dell'esasperazione. Ma alla fine questa rimane una delle migliori produzioni del catalogo Megadrive, o perlomeno una delle più intriganti sotto molti punti di vista. Solo che i principianti devono essere avvertiti: Twinkle Tale è un biscottino duro da masticare. Un chiaro esempio, tutto sommato, di quanto sia cambiato l'approccio al giocatore medio negli ultimi quindici anni.
[NO1]