Dopo aver fondato A.Rea. 21 insieme a NO1 e
LH3CT, Shrapnel ha svolto il lavoro di mantenimento
del sito fino alla chiusura dello stesso e ne ha poi
curato la riapertura. Ha scritto su Super Console, Mega
Console, Videogiochi e PSM, ha gestito per due anni e
mezzo un negozio di videogiochi e ha lavorato come
game designer e sceneggiatore su uno sparatutto per PC
intitolato Steel Saviour. Ha inoltre scritto per un paio
di riviste cartacee dedicate agli utenti iOS e macOS.
NEC PC Engine
The Ninjawarriors
Taito
11 01 2006
Tra le innumerevoli (neanche tanto...) conversioni a 8 bit di The Ninjawarriors, già affrontate su A.Rea. 21 nei formati CBM 64, ZX Spectrum e Amstrad CPC, una in particolare spicca su tutte, sovrastando le altre di due o tre spanne. Ma in questo caso non si tratta di una macchina a 8 bit qualunque, bensì del PC Engine, da sempre rinomato per l'altissima qualità delle conversioni da coin-op che ospitava tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Conversioni solitamente perfette, dal primo all'ultimo pixel. Solitamente, s'intende. Perché le eccezioni esistono, e non risparmiano nemmeno le leggende del mondo dei videogiochi, tra le quali rientra di diritto la macchina targata NEC.
E così l'adattamento per PC Engine di The Ninjawarriors, graziato comunque dalla presenza di qualche opzione in più rispetto alle altre conversioni e da una somiglianza 'statica' con il coin-op effettivamente impressionante per una macchina a 8 bit, appare oggi come oggi decisamente meno spettacolare di quanto potesse sembrare sul finire degli anni 90...
Sebbene il gioco, infatti, possa tranquillamente passare per un gemello (quasi) identico del coin-op ad un primo esame, la realtà dei fatti è un pelo diversa: le animazioni, ad esempio, sono decisamente elementari e raccordate in maniera poco convincente, mentre la totale mancanza degli schizzi di sangue copiosamente sparsi a destra e a manca dall'originale da sala denuncia un processo di conversione non privo di sacrifici (dovuti alla censura o a qualche faccenda tecnica, chi sa?), nonché di qualche difficoltà. L'adozione del letterbox per rimediare al passaggio dai tre schermi affiancati del coin-op al classico televisore da salotto, inoltre, pare soffrire di un curioso stiracchiamento verticale, mentre l'impossibilità di giocare in due priva ulteriormente di interesse una conversione adeguata sì, ma non proprio eccezionale di un gioco da bar già di per sé tutt'altro che fenomenale, al di là di una realizzazione tecnica esemplare e inizialmente stordente.
[Shrapnel]